Mio papà mi ha insegnato molte cose. Il più di quello che conta l’ho imparato sul sedile di una Renault 9 grigia seduta accanto a lui: dalla storia degli dei greci a quella di un Babbo Natale che non è mai esistito. Con lui ho letto libri e guardato la TV più trash che gli anni 80 offrisse, da lui ho imparato la pazienza, l’amore per Chopin e per il jazz e a vivere come faccio adesso, ad essere gentile sempre, a pensare positivo, a rispettare la vita e a non mollare. Insieme ci siamo consumati chilometri e viaggi lenti pieni di chiacchiere con una cassetta da 90 minuti, su un lato Gli Anni 80 di Venditti, dall’altro Punto e virgola di Concato, sempre la stessa. Non so se m’avrebbe voluta blogger, impiegata o astronauta, non so un sacco di cose perché a un certo punto la Renault 9 è sparita, noi le cose abbiamo smesso di dircele e la vita ha preso il sopravvento sulla parole.
Credo che mi avrebbe voluta felice e l’ho sempre sentito al mio fianco in questa specie di guerra che è esserlo ogni giorno, ad ogni costo, anche adesso che siamo lontani e diversi, la TV non la guardo più e la festà del papà passa da un filo del telefono lungo molti chilometri.
Ci siamo tutti fatti grandi, papà, io mangio ancora le uova al sugo come se fosse un peccato, dalla pentola, come quando eravamo solo io e te e non lo abbiamo mai raccontato a nessuno – perché a mamma non piaceva – mi piacciono ancora le cose buone che mi hai insegnato, quelle più semplici ed essenziali, e mi piaci ancora tu, che sei stato e sarai sempre il mio papà supereroe buono.
(Il piatto non c’entra niente con questa storia, è una ricetta tradizionale salentina, ruvida, rustica, semplice e bella come solo certi papà sanno essere e che ci tenevo a raccontarvi qui. Ecco.)
Ciciri e tria, la pasta e ceci di San Giuseppe
Per 2 persone
Ingredienti
- 200 g di ceci secchi
- 1 spicchio d’aglio
- Battuto di cipolla
- 1 foglia di alloro
- Un rametto di rosmarino
- 200 g di semola di grano duro
- 100 g di acqua
- Sale
- Olio di semi
Procedimento
Metti a bagno i ceci con circa 12 ore di anticipo in acqua abbondante e fresca in una scodella coperta e tenuta a temperatura ambiente.
Scolali e risciacquali, quindi procedi a preparare la minestra. Ponili in un tegame con uno spicchio d’aglio, un cucchiaio di battuto di cipolla, una foglia di alloro, un pugno di sale grosso e il rosmarino e copri con abbondante acqua fresca.
Cuoci a fuoco dolce per circa 2 ore dall’inizio del bollore, i ceci devono essere teneri. Se fosse necessario rabbocca l’acqua durante la cottura. A fine cottura elimina alloro e aglio.
Prepara la pasta facendo una fontana con la semola. Al centro aggiungi acqua e un pizzico di sale e impasta facendo assorbire tutta l’acqua fino ad ottenere un bel panetto sodo. Avvolgilo nella pellicola per alimenti e lascialo riposare per circa mezz’ora. Passato questo tempo stendi l’impasto non troppo sottile, cospargilo di semola e ripiegalo più volte su se stesso sul lato più lungo fino ad ottenere un rettangolo stretto e lungo. Taglialo a striscioline sul lato più corto e distendi le le tagliatelle su un ripiano o su uno stendipasta ben distanziate.
Prendi circa 1/4 di questa pasta, friggila in abbondante olio caldo e asciugala bene con carta assorbente, fai cuocere invece i restanti 3/4 nella zuppa insieme ai ceci.
Servi ben calda aggiungendo al piatto, un attimo prima di portarlo in tavola, le tagliatelle fritte.
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