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Come creare un angolo del caffè in casa

Scritto il 15 Marzo 2022

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Fin da bambina, la colazione è sempre stata il mio pasto preferito. Diciamo che la considero il motivo buono per alzarsi, anche un pochino prima se serve. È un rito che ho perduto nei primi anni di lavoro e poi recuperato, tornando ad apprezzarla, se possibile anche di più, al punto da arrivare, nel tempo, ad allestire un piccolo angolo dedicato a questo momento nella mia cucina.

Probabilmente all’idea di un angolo del caffè in casa la tua immaginazione andrà a quei corner in stile Pinterest, pieni di decorazioni e fronzoli, che vanno tanto di moda. Qui, perciò, è dove metto le mani avanti e ti anticipo che in questo articolo ti parlerò del mio spazio dedicato alla colazione e alle pause che è soprattutto uno spazio utile, funzionale e facile da manutenere. Sono, con l’avanzare dell’età sempre più, una donna pratica e il decoro che preferisco, in special modo in cucina, sono l’ordine e la pulizia. Nulla comunque ti impedirà, se ne hai spazio e desiderio, di agghindare il tuo angolo come più preferisci. I miei consigli, mi auguro, ti serviranno per spendere il meno possibile e avere un risultato razionale e utile al suo scopo.

Il mio angolo del caffè

La macchina del caffè

Nell’angolo del caffè la regina è lei, la macchina del caffè. Se l’area risveglio e relax sta in cucina o in prossimità di un fornello si può optare per una classica moka (questa la mia preferita, che uso da anni), economica ed efficiente, che richiede come unica attenzione quella di un periodico ricambio di guarnizione. Poco di più costa una moka elettrica, che si può programmare alla sera e ti sveglia con il profumo del caffè: una coccola a un costo tutto sommato contenuto.

Se invece si è amanti dell’espresso meglio optare per una macchina del caffè elettrica. Il mercato offre davvero moltissime opzioni. Le macchine a capsule sono sicuramente le più pratiche, specialmente da collocare in spazi lontani dalla cucina. Hanno lo svantaggio di legare il consumatore all’acquisto di marchi specifici di capsule (che a seconda del modello hanno forme, dimensioni e tecnologia diversa) e, a parità di qualità di miscela, sono molto più costose e inquinano molto, perché quasi nessun tipo di capsula è separabile e riciclabile in maniera differenziata. Questo è il motivo che ci ha spinto, dopo diversi anni, quando la nostra si è rotta, a sostituirla con una macchina che funziona a cialde (quelle piatte in garza, per capirci) o con la classica polvere libera. Prima di questa scelta drastica, comunque, se già possediamo una macchina a capsule, possiamo optare per scelte più ecologiche ed economiche. Si possono acquistare a prezzi ragionevoli delle capsule compatibili che siano compostabili, come quelle proposte da Vergnano, che esistono anche per macchine con capsule di tipo diverso, oppure, se si ha la possibilità di dare loro una veloce risciacquata dopo il caffè, si può optare per un kit con una capsula riutilizzabile che si può riempire con il classico caffè in busta o barattolo.

La nostra scelta è invece ricaduta su un modello elettrico di De Longhi che usiamo ormai da diversi anni, molto carina nell’aspetto vagamente retrò, compatta e pratica da pulire, che funziona sia con le cialde – che evitiamo, sempre con l’obiettivo di ridurre lo spreco di plastica – che con la classica polvere da espresso che acquistiamo già macinata. Volendo si può corredare di un piccolo macinacaffè elettrico con cui macinare la polvere al momento, da veri professionisti. Qui un modello di cui considererei l’acquisto, con un prezzo non eccessivamente alto e che, dalle recensioni, appare facilmente regolabile per le proprie esigenze.

Chi apprezza il caffè lungo, da bere in grosse tazze, potrebbe trovare pratico l’utilizzo di una macchina per il caffè americano. Si può scegliere un modello elettrico oppure preferire una french press o un chemex con filtro lavabile, che si utilizzano facilmente con caffè macinato e acqua calda, creando anche dei piccoli riti di pausa con lentezza da godere.

Per stoccare il caffè macinato, che utilizzo in diverse miscele a seconda del momento della giornata, mi servo di classici barattoli in vetro, facili da tenere puliti. Per le capsule ho sempre trovato molto pratici quei cassettini da tenere sotto la macchina del caffè, se c’è spazio verticale da sfruttare, oppure uno o più cestini da tenere sul ripiano.

Té, tisane e infusi

Per chi non ama particolarmente il caffè o per chi vuol variare, in uno spazio dedicato alla pausa non possono mancare una buona selezione di infusi e tisane da preparare con acqua scaldata sul fornello, al microonde o, anche meglio, con un pratico bollitore elettrico (questo è il modello che uso io) che potrebbe tornare utile anche per preparare il caffè filtrato.

La selezione più profumata di infusi è sicuramente quella di Melissa Erboristeria, che sta a Torino ma spedisce in tutta Italia. Ottimi anche i prodotti di Peter’s Tea House, marchio presente con i suoi store in varie città italiane e con vendita online. Per i tè più pregiati non posso che rimandarti a Tè e teiere, store romano e online. Le tisane e i fiori di Antica Legumeria sono imbattibili ma soprattutto, menzione speciale per i suoi “Tisanorsi“: orsetti che paiono quelli gommosi e che invece si sciolgono in acqua calda regalandoci una tazza profumatissima in poco tempo e con molta allegria. Per tisane e infusi in filtro (e non solo) ti rimando alla strepitosa selezione offerta da Erboristeria Pura Natura che potrà consigliarti anche oli essenziali edibili con cui arricchirle di profumo e benessere.

Per la preparazione non può mancare una teiera con filtro removibile e lavabile, che può essere sostituita da una tazza con infusore o da un infusore da appoggio, da adattare alla nostra tazza preferita, per preparazioni più rapide. Ideale sarebbe avere a disposizione anche dei piattini dove appoggiare il filtro o la bustina una volta estratti dalla tazza. Questi fatti a mano da Elisa Sasso sono adorabili e molto versatili, adatti a tutti i contesti.

Per conservare tisane e infusi puoi utilizzare scatole di latta riciclate (nei mercatini dell’usato se ne trovano per pochi euro e basta una lavata per farle tornare nuove) oppure acquistarne di nuove. Mi sento invece di sconsigliarti quelle scatole con scomparti che dovrebbero contenere le tisane in filtri, poiché non esiste uno standard di grandezza per le bustine e non aiutano affatto l’ordine, anche se appaiono assai affascinanti. Evita anche il cartone, che non tiene gli infusi al riparo dall’umidità che potrebbe rovinarli.

Zucchero e dolcificanti

Il caffè lo bevo amaro e cerco, in generale, di limitare l’utilizzo di zucchero, dolcificanti ed edulcoranti. Alcuni infusi, però, va detto, hanno davvero un sapore intenso e poi non tutti riescono a bere il caffè al naturale (anche se posso garantire che una buona miscela, tostata il giusto e preparata a modo, è già dolce di suo) quindi, in special modo se ci sono diverse persone a servirsi dello spazio che stiamo allestendo, è bene tenere a disposizione almeno un tipo di zucchero, che consiglio di acquistare nel classico pacco di carta e poi mettere a disposizione in un barattolo ermetico, per evitare spreco di imballaggi.

Per addolcire le tisane si possono utilizzare vari tipi di miele, che con il suo profumo regalerà una nota aromatica extra, oppure dello zucchero aromatizzato, come questo in perle al caramello o al cioccolato.

Chi sceglie una dieta vegana apprezzerà la presenza di un dolcificante vegetale come lo sciroppo d’agave o di acero, oppure una specialità come lo sciroppo di zenzero, come questo di The Ginger People distribuito da Fior di Loto che si può acquistare in negozi dedicati al biologico. Chi, invece, preferisce evitare lo zucchero ma ama la dolcezza, gradirà un dolcificante a zero calorie.

Personalmente, utilizzando l’area del caffè solo in famiglia e ospitando difficilmente persone con abitudini che non conosco, tengo a disposizione ciò che preferiamo noi, in modo da non accumulare prodotti che col tempo sono soggetti a deterioramento ed evitare gli sprechi.

Latte, cappuccino e cioccolata calda

La fan del cappuccio e della cioccolata calda in casa nostra sono io. Per molti anni il cappuccino è stato la mia coccola settimanale con brioche, da gustare al bar. Poi è arrivata la pandemia e tutto quello che sappiamo e ho dovuto cercare soluzioni alternative e autarchiche. Per un po’ ho provato a farmi il latte montato con la lancia a vapore di cui è dotata la mia macchina del caffè. Non è complicato e il risultato è anche buono, ma ogni mattina – forse complice anche il fatto di non avere una caraffa adeguata – mi toccava ripulire mezza cucina dagli schizzi di latte. Per amor di praticità, quindi, sono passata a scaldare il latte con il microonde – che nella mia cucina è incassato appena sopra l’angolo del caffè, quindi anche comodo – e a montarlo con un frullino montalatte a pile che mi ritrovavo in casa per altre ragioni (lo uso per piccole “magie” sui miei set fotografici). Il problema è che questo genere di oggetto funziona poco e male con le pile ricaricabili e, non amando l’idea di smaltire due pile stilo ogni settimana, ho infine valutato di acquistare un montalatte serio, alimentato a corrente elettrica.

Ho ragionato a lungo l’acquisto. Volevo qualcosa che fosse pratico da usare e soprattutto da lavare, che si potesse smontare in maniera pratica e, al bisogno, lavare in lavastoviglie. Poi ho scoperto che questo montalatte Herilios era pure accessoriato per preparare la cioccolata calda, non potevo, quindi, che scegliere lui. Ormai lo uso quotidianamente e con molta soddisfazione.

In pochi minuti ottengo una perfetta schiuma, soffice ma consistente senza nessuno sforzo. Il bricco e gli accessori interni sono interamente in acciaio e facilmente lavabili, in più le lame si ancorano al bricco tramite un sistema magnetico per cui si possono sfilare completamente e tutto può essere ripulito alla perfezione. L’apparecchio è dotato anche di un programma per scaldare il latte, per il caffè macchiato, e per montare la schiuma di latte freddo che certamente proverò quest’estate ma, già a questo punto, non posso che consigliarlo.

Snack e merende

Che sia colazione, merenda o solo una pausa, può fare piacere avere a disposizione qualche snack o merenda. Torte e dolci fatti in casa possono stare sotto una campana per dolci in vetro oppure verniciata. I biscotti fatti in casa, ma anche quelli acquistati al supermercato, resistono per molti giorni in scatole di latta ermetiche o anche in semplici contenitori per alimenti con coperchio. Idem per le fette biscottate, che eviterei di acquistare in confezioni con troppi imballi, causa di un grande inquinamento e dispersione di plastiche.

Chi mangia il pan bauletto o in cassetta, come faccio io, può conservarlo nel suo imballo ben richiuso, se acquistato, oppure, per quello fatto in casa, in un apposito portapane che ne preservi la fragranza.

Il pane – l’ho imparato dai miei viaggi britannici – lo tosto con un tostapane elettrico che me lo restituisce croccante fuori e morbido dentro al punto giusto. Ho scelto questo modello di Russell Hobbs perché ha anche una funzione utile per scaldare o scongelare dolcetti nella parte superiore (tipo le sfogliatelle riposte con cura nel freezer dopo l’arrivo dei pacchi da giù, ma non ho detto niente). Farcisco il pane a seconda dell’umore e delle voglie, con una crema spalmabile che può essere al cioccolato o un burro vegetale, oppure con burro fresco e marmellate e confetture, in base alla disponibilità. Sconsiglio l’acquisto sia del burro in piccoli formati che di confetture monoporzione in ragione, sempre, dello spreco di imballaggi che questo comporta. Possono tornare utili soltanto nel caso in cui questi prodotti vengano fruiti in piccolissime porzioni e sporadicamente, per evitare lo spreco di cibo.

Le confetture e le marmellate aperte vanno sempre utilizzate con un coltello o un cucchiaino pulito, poi chiuse con cura, riposte in frigorifero e consumate in tempi piuttosto brevi. Il pane, i biscotti e le eventuali creme spalmabili che non vanno in frigorifero, in casa mia stanno in una cesta riposta in un’anta di un mobile. In questo modo non ho ulteriori ingombri sul piano della cucina ma con pochissimi gesti riesco a recuperare ciò che mi serve e anche a tenere in ordine lo spazio che ospita il cibo per le pause.

Altri accorgimenti utili

Vedo spesso, negli allestimenti fotografati sui social network, le tazze lasciate esposte, magari con il lato da riempire all’aria, e lo trovo molto scomodo oltre che antigienico. In casa la polvere si forma spessissimo e in ambienti comuni come uffici e salotti anche più in fretta, basterebbero poche ore per ritrovarsi una tazza piena di residui da sciacquare. Se poi ci sono animali domestici, per quanto si tenga pulito, volano anche peli che potrebbero depositarvisi. Dunque queste tazze andrebbero sciacquate ogni volta prima dell’utilizzo rimandando, per forza di cose, il momento di relax tanto agognato. Avendo l’angolo caffè in cucina, tengo le mie mug preferite (queste di Nordic Things in vetro borosilicato) e le tazzine da caffè nello scolapiatti, in modo che siano al riparo e sempre disponibili e pulite.

Lo stesso discorso di igiene si applica a cucchiaini, cucchiai e coltelli lasciati all’aria e anche a tutti quei contenitori in cui vengono ficcate bustine di zucchero, di tisane e di tè e altro che, puntualmente, in breve tempo, diventano un ricettacolo di sporco, poco pratico anche da ripulire al bisogno. Idem anche per le tovagliette tenute sotto alla macchina del caffè o agli altri utensili, che si trasformano in breve tempo in un’altra cosa da pulire, che rende pure scomoda la cura di tutto il resto.

Per quanto possibile, io preferisco tenere tutto quello che è possibile in sportelli o barattoli chiusi, in modo da non dover passare troppo tempo a fare manutenzione e nettàre. Pulisco la macchina del caffè circa due volte al giorno, non sempre dopo l’utilizzo – lo ammetto – ma comunque prima del prossimo caffè, detergendo con un panno l’attacco del portacaffè e lavando quest’ultimo con acqua fresca, dopo averlo svuotato nell’umido. Svuoto e pulisco tutte le mattine la vaschetta che raccoglie lo sgocciolìo, che potrebbe diventare terreno fertile per muffe o uova di insetti. Avendo allestito lo spazio caffè sul ripiano della cucina, pulisco quotidianamente con un panno in microfibra sia il piano che gli elettrodomestici, che così risultano sempre puliti senza troppo impegno. Circa una volta a settimana sfilo il cassettino sul fondo del tostapane, elimino le briciole e lo ripulisco con un panno umido. Periodicamente decalcifico sia il bollitore che la macchina del caffè con prodotti appositi (di solito a base di acido citrico, evitando l’aceto che lascia odori ed è un inquinante).

Tengo a disposizione, in prossimità dell’angolo del caffè, dei sottobicchieri (i miei preferiti sono stati ricavati dalle piastrelle originali dell’appartamento), in modo da poter appoggiare bricco e tazza bollenti sulle superfici senza rischiare di rovinarle) e un pannetto umido che mi è utile a pulire al volo eventuali paciughi durante la preparazione.

In generale, come ho tenuto spesso a ribadire in questo articolo, ci tengo che il relax non diventi una causa ulteriore di inquinamento, quindi evito del tutto i materiali usa e getta. Oltretutto trovo che tazze, tazzine e stoviglie belle contribuiscano a rendere il momento della colazione e dalla pausa ancora più bello e speciale. Negli spazi comuni, come fa mio marito in ufficio, ci si può dotare ciascuno della sua tazza, in modo da non sprecare materiali. Laddove si rendesse strettamente necessario l’utilizzo di consumabili, meglio scegliere quelli in mater-b o comunque quelli che possano essere compostati.

In base alle proprie abitudini si può allestire il proprio angolo del caffè in maniera più o meno ricca di accessori. Si possono aggiungere piccoli bricchetti per macchiare di latte tè o caffè, un dispenser di cereali, un mini frigorifero per yogurt e succhi di frutta e più in generale tutto quello che ci pare opportuno o necessario.

Il mio consiglio è, infine, quello di non correre immediatamente all’acquisto di tutto ma valutare bene desideri ed esigenze e costruire gradualmente uno spazio in grado di soddisfarle e di regalarci un buon risveglio e pause rigeneranti.

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Valentina

Creo, cucino, fotografo, scrivo. Sono una web writer, food stylist e fotografa freelance.
Amo il cioccolato nocciolato, camminare a lungo, la letteratura per ragazzi e i gatti rossi. Credo nei carboidrati, nella felicità e nell'organizzazione.
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Valentina Masullo • Food photography
Se la primavera esistesse davvero e non fosse solo Se la primavera esistesse davvero e non fosse solo questa chimera che altalena tra pioggia e afa io l'amerei davvero, continuerei ad essere una ragazza dell'autunno, ma l'amerei senza riserve, anche perché è facile amare quest'idea di rinascita che ci fa accarezzare.

L'amerei per il verde che riempie tutto, che si arrampica, che striscia e s'infila ovunque, per i piedi nudi sull'erba, per l'arietta che t'accarezza quando il sole fa il vocione, per i prati su cui stare stesǝ a specchiarsi nel cielo, per quel profumo che la seguiresti ovunque.

Me l'abbraccerei e la vivrei fortissimo, con intensità, come fanno le farfalle che escono dai bozzoli e stanno dentro quella che sanno essere l'unica stagione che avranno e lo fanno con tutta la bellezza di cui sono capaci. Lo farei come le api, con quell'operosità che non si stanca perché lo zucchero è la miglior ricompensa di sempre, come lo fanno i bruchi, a pancia sempre piena.

Di questa promessa effimera che in un attimo s'accartoccia sotto la pioggia e si lascia seccare dall'aria dell'estate mi acchiapperei ogni attimo. Mi infilerei i fiori e le erbe profumate sotto la pelle, come si fa con la pasta e con i biscotti, farei il fachiro sulle punte degli asparagi e mi getterei dentro una vasca di piselli, come dentro a un bagno di palline colorate.

Invece se ne va via in un soffio e tocca acchiapparla, inseguirla, aspettarla e mangiarsela presto, a morsi grossi, come si fa con le fragole, fino all'ultima goccia che corre via sul viso, con le mani appiccicose e la bocca colorata di felicità.

Le previsioni meteo sono impietose ma forse è l'ultima occasione di accendere il forno e tirare fuori un monumento a questa stagione che non resta mai abbastanza 🌸🌿🍓

La ricetta del plumcake alle fragole è sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina e poi cercandolo in alto, oppure trovi il link diretto nelle storie di oggi.

Qua sotto, nei commenti, le dichiarazioni d'amore vanno bene per ogni stagione 👇🏻

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Uno degli aspetti migliori dell'utilizzare un blog Uno degli aspetti migliori dell'utilizzare un blog per raccogliere le mie ricette è soprattutto il fatto che questo mi consente e aprire uno spazio alla condivisione, fondamentale per fare di una cucina un posto vivo e gioioso.

Non ho immaginato come miei gli spazi che occupo con i miei contenuti, piuttosto mi pare di stare tutti intorno a una grossa tavola virtuale, affollata e chiacchierona ed è l'immagine che mi porto appresso ogni volta che cucino, testo, faccio e rifaccio un piatto, lo fotografo o lo registro: ci siamo tutti noi.

La ricetta di oggi è nata proprio dopo aver raccolto nelle storie, qualche settimana fa, i vostri desideri: «risotti primaverili e legumi!» - si è levata questa voce corale. E allora eccoli qua, in un unico delizioso piatto.

È la stagione dei piselli migliori, freschi e dolci, che metà te li mangi mentre li sgrani (e che nessuno mi sfidi perché ne sono ghiottissima) e l'altra metà li metti dentro una ricetta colorata, divertente, facile e saporita. Perfetto da rifare subito, come idea di pranzo o cena svelta ma non sciatta.

Prima che il caldo arrivi sul serio, sarà il caso di metterlo su: per quantǝ apparecchio oggi? 👩🏻‍🍳

La ricetta è come sempre sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina 

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(Ricorda che, se rifai uno dei miei piatti, puoi taggarmi sulla foto o nelle storie, così che possa ricondividere le tue creazioni ❤️)

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Anche se qui lo spazio è largamente riservato al Anche se qui lo spazio è largamente riservato al cibo di casa, resto pur sempre una curiosa e, sebbene siano lontani gli anni delle improvvisate tra piole e ristoranti, quando ho deciso di tornare a mangiare fuori l'ho fatto alla grande e sono andata all'Osteria Francescana di Massimo Bottura.

Per anni è stato in vetta alla classifica dei migliori ristoranti al mondo e alla cima dei miei 40, ho deciso che fosse il modo migliore per festeggiare e - spoiler - non mi sbagliavo.

Se esiste una sindrome di Stendhal del cibo questo è il posto in cui l'ho provata e mi sono lasciata trasportare da un'esperienza gastronomica e artistica leggera ed entusiasmante.

Ho provato a raccontarla meglio e con più dettagli - anche il famigerato: quanto costa? - sul blog, all'articolo linkato in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina , e nelle storie di oggi ✌🏻

E tu? Ci sei mai statǝ o ci sono ristoranti particolari dove vorresti andare? Raccontami i tuoi desideri o esperienze di alta cucina nei commenti, qua sotto 👇🏻
La cucina è fatta anche di riti. Di quelli antich La cucina è fatta anche di riti. Di quelli antichi, che abbiamo assorbito guardando le mani di nonne e mamme muoversi sicure, e di quelli che creiamo noi dentro le abitudini che ci fanno stare bene.

Uno dei miei riti preferiti è quello di mettere le cuffiette e ascoltare i miei podcast preferiti o qualche playlist tematica - in questo periodo, ovviamente, c'è quella primaverile - mentre faccio quei lavori che in cucina consideriamo un po' noiosi, come pulire le verdure. La leggerezza che sta nella ripetitività dei gesti lava via, con la terra, anche i pensieri pesanti.

È come se si liberasse spazio dentro la testa per nuove storie, per idee che stavano lì, ma non riuscivano a farsi ascoltare, per un mucchio di cose che in quel momento là, il più delle volte, paiono inutili ma sono quelle che poi ci muovono dentro. E mentre tutto si sposta un po', per riadattarsi e trovare la sua sede, mentre fai e lasci andare, viene anche pronta la cena.

Pulire le verdure mi rimette in pace col mondo, insieme a quel gesto, che sembra una danza, di avvolgersi dentro alla parannanza, chiuderla con un bel fiocco e partire per nuove avventure ai fornelli. 

Ci sono dei riti che in cucina ti fanno sentire bene e ti danno serenità? Raccontameli qua sotto 👇🏻

La ricetta degli agretti con i pomodorini, invece, è sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina
Dopo due settimane corte questo è il lunedì più Dopo due settimane corte questo è il lunedì più lunedì di questa stagione che già ci trova stanchǝ e affaticatǝ.

A quante cose ci tocca pensare già dal primo mattino? Quante aspettative ci carichiamo sulle spalle e ci portiamo appresso cercando di fare del nostro meglio, pure in giornate come questa?

Lavorare ed essere produttivǝ, rendersi presentabili, uscire dal pigiama, tornare a sembrare delle persone, essere presenti in ciò che facciamo, ascoltare chi amiamo, cercare di non scaricare su loro la nostra frustrazione e la stanchezza, avere voglia di fermarsi e invece andare avanti, sperare di ricevere e invece, il più delle volte, trovarsi a continuare a dare anche quello che non c'è.

Un milione di pensieri, di domande, di attese e ogni cosa richiede pensiero, organizzazione, preparazione, consapevolezza e intenzionalità. 

Per fortuna che per cena c'è questa ricetta che si fa da sola. Uno sfizietto a metà tra una focaccia e una torta salata, da fare con acqua, farina e quello che c'è. Io ci ho messo dentro il tonno - che in dispensa ce lo abbiamo tuttǝ - e le ultime zucchine che avevo in frigorifero, così mi sono tolta pure il pensiero di usarle per non gettarle via. Non avrò risolto tutto ma mi pare già un buon inizio. Che bella la cucina che alleggerisce tutto ❤️

Ingredienti e procedimento per questo piatto da rifare subito, sono come sempre sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina 

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Mi sono tenuta la ricetta di questa torta Foresta Mi sono tenuta la ricetta di questa torta Foresta Nera in archivio per mesi. È la torta che ho preparato per il mio quarantesimo compleanno ed è uno dei miei dolci preferiti in assoluto. Il matrimonio godurioso tra cioccolato, panna e amarene: la perfezione ❤️

La ricetta è, come sempre, quella "a modo mio", aggiustata, semplificata al massimo per non risultare pasticciata o troppo dolce, semplice da realizzare seguendo i pochi passaggi che, come sempre, sono sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina 

Non poteva andare online a gennaio, senza manco una pallida festicciola all'orizzonte, ma tra pochi giorni sarà la festa della mamma e questa mi pare l'occasione migliore per sfoderare l'artiglieria pesante. Altro che fiori, sotto coi dolci (meglio se al cioccolato)! Siete d'accordo, mamme? 💁🏻‍♀️

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🌎 22 APRILE • GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA 🌎 22 APRILE • GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA

Lo so che esiste una giornata dedicata in modo specifico allo spreco alimentare ma oggi siamo qui per ricordare quanto sia importante preservare le risorse che il pianeta che abitiamo ci fornisce ogni giorno. Risorse preziose come acqua e cibo, risorse che diamo troppo spesso per scontate.

Ci comportiamo come se tutto fosse infinito, come se potessimo averne per sempre, e questo è parte del problema. Serve più cura di tutto, a partire dai gesti quotidiani, perché l’abuso che stiamo facendo riguarda la collettività, le persone, l’ambiente, l’economia e l’etica.

Ho scritto un articolo riportando dati e fonti, per spiegare meglio un problema che stiamo sottovalutando e per offrire spunti utili a cambiare la rotta e smuovere un po’ di coscienze.

Siamo le nostre scelte quotidiane. Insieme siamo e facciamo la differenza ❤️

#giornatamondialedellaterra #earthday #earthday2022
Se la primavera, anzi, se la Pasqua, è rinascita, Se la primavera, anzi, se la Pasqua, è rinascita, mi piacerebbe rinascere in un mondo in pace con sé stesso, più impegnato a comprendere e ad ascoltare che a urlare, meno concentrato sul singolo e più sulla collettività. Un mondo più verde, in cui gli alberi sono, come nel mondo dei bambini, amici che offrono ombra, ristoro, riposo e respiro. Se potessi rinascere farei in modo di farlo con meno giudizi e meno spigoli, in un mondo disegnato dalle parole di Gianni Rodari e dalla matita di Charles Schulz. Sceglierei di avere di nuovo tutto da imparare e forse di saper volare, non per guardare le cose dall’alto, ma per potermi allontanare abbastanza da non dover più cercare bellezza e conforto nei dettagli ma vederla in un colpo solo, tutta intera ❤️

In questo mondo, invece, con tutti i suoi sbagli, l’unica cosa che posso fare e far volare le idee e allora eccone una con le ali, profumata di primavera e di nuovi inizi. 

La ricetta con dosi e procedimento è, come sempre sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina 

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La mia faccia quando ho realizzato che la prossima La mia faccia quando ho realizzato che la prossima settimana è Pasqua 👉🏻 😱

Il tempo di questo mese sta evaporando e mentre io continuavo a dirmi "tanto è a fine aprile" quello è già qui e mi ritrovo a fare la lista della spesa col grano, l'acqua di fiori d’arancio e tutto quello che serve per la pastiera (la facciamo insieme la prossima settimana? Ci troviamo nelle storie 👯‍♀️). 

Prima però lasciatemi raccontarvi questa ricetta da aggiungere subito al menù di Pasqua e da tenersi là pure per il futuro: è davvero una genialata. Immaginate di preparare un timballo di pasta senza neanche cuocere la pasta in pentola. Sugo di pomodoro - io l'ho fatto svelto svelto, al basilico, niente ragù -  besciamella fatta in casa (o presa al super, nessuno vi giudicherà, o comunque non io) e nidi di tagliatelle. Metti tutto in una pirofila, aggiungi mozzarella a volontà e una bella spolverata di formaggio e, neanche un'ora dopo, hai pronta una pasta al forno dal gusto pazzesco.

Cuocendo in questo modo, la pasta assorbe tutti gli aromi e risulta ancora più saporita, resta consistente, senza scuocere ed è pure vegetariana (ma si può arricchire a piacere). Risultato strepitoso garantito 😋

La ricetta con dosi e procedimento preciso è, come sempre,  sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina 

E voi? Che preparate per Pasqua? Sotto coi piatti tipici e le novità da condividere nei commenti 👇🏻

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