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Fin da bambina, la colazione è sempre stata il mio pasto preferito. Diciamo che la considero il motivo buono per alzarsi, anche un pochino prima se serve. È un rito che ho perduto nei primi anni di lavoro e poi recuperato, tornando ad apprezzarla, se possibile anche di più, al punto da arrivare, nel tempo, ad allestire un piccolo angolo dedicato a questo momento nella mia cucina.
Probabilmente all’idea di un angolo del caffè in casa la tua immaginazione andrà a quei corner in stile Pinterest, pieni di decorazioni e fronzoli, che vanno tanto di moda. Qui, perciò, è dove metto le mani avanti e ti anticipo che in questo articolo ti parlerò del mio spazio dedicato alla colazione e alle pause che è soprattutto uno spazio utile, funzionale e facile da manutenere. Sono, con l’avanzare dell’età sempre più, una donna pratica e il decoro che preferisco, in special modo in cucina, sono l’ordine e la pulizia. Nulla comunque ti impedirà, se ne hai spazio e desiderio, di agghindare il tuo angolo come più preferisci. I miei consigli, mi auguro, ti serviranno per spendere il meno possibile e avere un risultato razionale e utile al suo scopo.
La macchina del caffè
Nell’angolo del caffè la regina è lei, la macchina del caffè. Se l’area risveglio e relax sta in cucina o in prossimità di un fornello si può optare per una classica moka (questa la mia preferita, che uso da anni), economica ed efficiente, che richiede come unica attenzione quella di un periodico ricambio di guarnizione. Poco di più costa una moka elettrica, che si può programmare alla sera e ti sveglia con il profumo del caffè: una coccola a un costo tutto sommato contenuto.
Se invece si è amanti dell’espresso meglio optare per una macchina del caffè elettrica. Il mercato offre davvero moltissime opzioni. Le macchine a capsule sono sicuramente le più pratiche, specialmente da collocare in spazi lontani dalla cucina. Hanno lo svantaggio di legare il consumatore all’acquisto di marchi specifici di capsule (che a seconda del modello hanno forme, dimensioni e tecnologia diversa) e, a parità di qualità di miscela, sono molto più costose e inquinano molto, perché quasi nessun tipo di capsula è separabile e riciclabile in maniera differenziata. Questo è il motivo che ci ha spinto, dopo diversi anni, quando la nostra si è rotta, a sostituirla con una macchina che funziona a cialde (quelle piatte in garza, per capirci) o con la classica polvere libera. Prima di questa scelta drastica, comunque, se già possediamo una macchina a capsule, possiamo optare per scelte più ecologiche ed economiche. Si possono acquistare a prezzi ragionevoli delle capsule compatibili che siano compostabili, come quelle proposte da Vergnano, che esistono anche per macchine con capsule di tipo diverso, oppure, se si ha la possibilità di dare loro una veloce risciacquata dopo il caffè, si può optare per un kit con una capsula riutilizzabile che si può riempire con il classico caffè in busta o barattolo.
La nostra scelta è invece ricaduta su un modello elettrico di De Longhi che usiamo ormai da diversi anni, molto carina nell’aspetto vagamente retrò, compatta e pratica da pulire, che funziona sia con le cialde – che evitiamo, sempre con l’obiettivo di ridurre lo spreco di plastica – che con la classica polvere da espresso che acquistiamo già macinata. Volendo si può corredare di un piccolo macinacaffè elettrico con cui macinare la polvere al momento, da veri professionisti. Qui un modello di cui considererei l’acquisto, con un prezzo non eccessivamente alto e che, dalle recensioni, appare facilmente regolabile per le proprie esigenze.
Chi apprezza il caffè lungo, da bere in grosse tazze, potrebbe trovare pratico l’utilizzo di una macchina per il caffè americano. Si può scegliere un modello elettrico oppure preferire una french press o un chemex con filtro lavabile, che si utilizzano facilmente con caffè macinato e acqua calda, creando anche dei piccoli riti di pausa con lentezza da godere.
Per stoccare il caffè macinato, che utilizzo in diverse miscele a seconda del momento della giornata, mi servo di classici barattoli in vetro, facili da tenere puliti. Per le capsule ho sempre trovato molto pratici quei cassettini da tenere sotto la macchina del caffè, se c’è spazio verticale da sfruttare, oppure uno o più cestini da tenere sul ripiano.
Té, tisane e infusi
Per chi non ama particolarmente il caffè o per chi vuol variare, in uno spazio dedicato alla pausa non possono mancare una buona selezione di infusi e tisane da preparare con acqua scaldata sul fornello, al microonde o, anche meglio, con un pratico bollitore elettrico (questo è il modello che uso io) che potrebbe tornare utile anche per preparare il caffè filtrato.
La selezione più profumata di infusi è sicuramente quella di Melissa Erboristeria, che sta a Torino ma spedisce in tutta Italia. Ottimi anche i prodotti di Peter’s Tea House, marchio presente con i suoi store in varie città italiane e con vendita online. Per i tè più pregiati non posso che rimandarti a Tè e teiere, store romano e online. Le tisane e i fiori di Antica Legumeria sono imbattibili ma soprattutto, menzione speciale per i suoi “Tisanorsi“: orsetti che paiono quelli gommosi e che invece si sciolgono in acqua calda regalandoci una tazza profumatissima in poco tempo e con molta allegria. Per tisane e infusi in filtro (e non solo) ti rimando alla strepitosa selezione offerta da Erboristeria Pura Natura che potrà consigliarti anche oli essenziali edibili con cui arricchirle di profumo e benessere.
Per la preparazione non può mancare una teiera con filtro removibile e lavabile, che può essere sostituita da una tazza con infusore o da un infusore da appoggio, da adattare alla nostra tazza preferita, per preparazioni più rapide. Ideale sarebbe avere a disposizione anche dei piattini dove appoggiare il filtro o la bustina una volta estratti dalla tazza. Questi fatti a mano da Elisa Sasso sono adorabili e molto versatili, adatti a tutti i contesti.
Per conservare tisane e infusi puoi utilizzare scatole di latta riciclate (nei mercatini dell’usato se ne trovano per pochi euro e basta una lavata per farle tornare nuove) oppure acquistarne di nuove. Mi sento invece di sconsigliarti quelle scatole con scomparti che dovrebbero contenere le tisane in filtri, poiché non esiste uno standard di grandezza per le bustine e non aiutano affatto l’ordine, anche se appaiono assai affascinanti. Evita anche il cartone, che non tiene gli infusi al riparo dall’umidità che potrebbe rovinarli.
Zucchero e dolcificanti
Il caffè lo bevo amaro e cerco, in generale, di limitare l’utilizzo di zucchero, dolcificanti ed edulcoranti. Alcuni infusi, però, va detto, hanno davvero un sapore intenso e poi non tutti riescono a bere il caffè al naturale (anche se posso garantire che una buona miscela, tostata il giusto e preparata a modo, è già dolce di suo) quindi, in special modo se ci sono diverse persone a servirsi dello spazio che stiamo allestendo, è bene tenere a disposizione almeno un tipo di zucchero, che consiglio di acquistare nel classico pacco di carta e poi mettere a disposizione in un barattolo ermetico, per evitare spreco di imballaggi.
Per addolcire le tisane si possono utilizzare vari tipi di miele, che con il suo profumo regalerà una nota aromatica extra, oppure dello zucchero aromatizzato, come questo in perle al caramello o al cioccolato.
Chi sceglie una dieta vegana apprezzerà la presenza di un dolcificante vegetale come lo sciroppo d’agave o di acero, oppure una specialità come lo sciroppo di zenzero, come questo di The Ginger People distribuito da Fior di Loto che si può acquistare in negozi dedicati al biologico. Chi, invece, preferisce evitare lo zucchero ma ama la dolcezza, gradirà un dolcificante a zero calorie.
Personalmente, utilizzando l’area del caffè solo in famiglia e ospitando difficilmente persone con abitudini che non conosco, tengo a disposizione ciò che preferiamo noi, in modo da non accumulare prodotti che col tempo sono soggetti a deterioramento ed evitare gli sprechi.
Latte, cappuccino e cioccolata calda
La fan del cappuccio e della cioccolata calda in casa nostra sono io. Per molti anni il cappuccino è stato la mia coccola settimanale con brioche, da gustare al bar. Poi è arrivata la pandemia e tutto quello che sappiamo e ho dovuto cercare soluzioni alternative e autarchiche. Per un po’ ho provato a farmi il latte montato con la lancia a vapore di cui è dotata la mia macchina del caffè. Non è complicato e il risultato è anche buono, ma ogni mattina – forse complice anche il fatto di non avere una caraffa adeguata – mi toccava ripulire mezza cucina dagli schizzi di latte. Per amor di praticità, quindi, sono passata a scaldare il latte con il microonde – che nella mia cucina è incassato appena sopra l’angolo del caffè, quindi anche comodo – e a montarlo con un frullino montalatte a pile che mi ritrovavo in casa per altre ragioni (lo uso per piccole “magie” sui miei set fotografici). Il problema è che questo genere di oggetto funziona poco e male con le pile ricaricabili e, non amando l’idea di smaltire due pile stilo ogni settimana, ho infine valutato di acquistare un montalatte serio, alimentato a corrente elettrica.
Ho ragionato a lungo l’acquisto. Volevo qualcosa che fosse pratico da usare e soprattutto da lavare, che si potesse smontare in maniera pratica e, al bisogno, lavare in lavastoviglie. Poi ho scoperto che questo montalatte Herilios era pure accessoriato per preparare la cioccolata calda, non potevo, quindi, che scegliere lui. Ormai lo uso quotidianamente e con molta soddisfazione.
In pochi minuti ottengo una perfetta schiuma, soffice ma consistente senza nessuno sforzo. Il bricco e gli accessori interni sono interamente in acciaio e facilmente lavabili, in più le lame si ancorano al bricco tramite un sistema magnetico per cui si possono sfilare completamente e tutto può essere ripulito alla perfezione. L’apparecchio è dotato anche di un programma per scaldare il latte, per il caffè macchiato, e per montare la schiuma di latte freddo che certamente proverò quest’estate ma, già a questo punto, non posso che consigliarlo.
Snack e merende
Che sia colazione, merenda o solo una pausa, può fare piacere avere a disposizione qualche snack o merenda. Torte e dolci fatti in casa possono stare sotto una campana per dolci in vetro oppure verniciata. I biscotti fatti in casa, ma anche quelli acquistati al supermercato, resistono per molti giorni in scatole di latta ermetiche o anche in semplici contenitori per alimenti con coperchio. Idem per le fette biscottate, che eviterei di acquistare in confezioni con troppi imballi, causa di un grande inquinamento e dispersione di plastiche.
Chi mangia il pan bauletto o in cassetta, come faccio io, può conservarlo nel suo imballo ben richiuso, se acquistato, oppure, per quello fatto in casa, in un apposito portapane che ne preservi la fragranza.
Il pane – l’ho imparato dai miei viaggi britannici – lo tosto con un tostapane elettrico che me lo restituisce croccante fuori e morbido dentro al punto giusto. Ho scelto questo modello di Russell Hobbs perché ha anche una funzione utile per scaldare o scongelare dolcetti nella parte superiore (tipo le sfogliatelle riposte con cura nel freezer dopo l’arrivo dei pacchi da giù, ma non ho detto niente). Farcisco il pane a seconda dell’umore e delle voglie, con una crema spalmabile che può essere al cioccolato o un burro vegetale, oppure con burro fresco e marmellate e confetture, in base alla disponibilità. Sconsiglio l’acquisto sia del burro in piccoli formati che di confetture monoporzione in ragione, sempre, dello spreco di imballaggi che questo comporta. Possono tornare utili soltanto nel caso in cui questi prodotti vengano fruiti in piccolissime porzioni e sporadicamente, per evitare lo spreco di cibo.
Le confetture e le marmellate aperte vanno sempre utilizzate con un coltello o un cucchiaino pulito, poi chiuse con cura, riposte in frigorifero e consumate in tempi piuttosto brevi. Il pane, i biscotti e le eventuali creme spalmabili che non vanno in frigorifero, in casa mia stanno in una cesta riposta in un’anta di un mobile. In questo modo non ho ulteriori ingombri sul piano della cucina ma con pochissimi gesti riesco a recuperare ciò che mi serve e anche a tenere in ordine lo spazio che ospita il cibo per le pause.
Altri accorgimenti utili
Vedo spesso, negli allestimenti fotografati sui social network, le tazze lasciate esposte, magari con il lato da riempire all’aria, e lo trovo molto scomodo oltre che antigienico. In casa la polvere si forma spessissimo e in ambienti comuni come uffici e salotti anche più in fretta, basterebbero poche ore per ritrovarsi una tazza piena di residui da sciacquare. Se poi ci sono animali domestici, per quanto si tenga pulito, volano anche peli che potrebbero depositarvisi. Dunque queste tazze andrebbero sciacquate ogni volta prima dell’utilizzo rimandando, per forza di cose, il momento di relax tanto agognato. Avendo l’angolo caffè in cucina, tengo le mie mug preferite (queste di Nordic Things in vetro borosilicato) e le tazzine da caffè nello scolapiatti, in modo che siano al riparo e sempre disponibili e pulite.
Lo stesso discorso di igiene si applica a cucchiaini, cucchiai e coltelli lasciati all’aria e anche a tutti quei contenitori in cui vengono ficcate bustine di zucchero, di tisane e di tè e altro che, puntualmente, in breve tempo, diventano un ricettacolo di sporco, poco pratico anche da ripulire al bisogno. Idem anche per le tovagliette tenute sotto alla macchina del caffè o agli altri utensili, che si trasformano in breve tempo in un’altra cosa da pulire, che rende pure scomoda la cura di tutto il resto.
Per quanto possibile, io preferisco tenere tutto quello che è possibile in sportelli o barattoli chiusi, in modo da non dover passare troppo tempo a fare manutenzione e nettàre. Pulisco la macchina del caffè circa due volte al giorno, non sempre dopo l’utilizzo – lo ammetto – ma comunque prima del prossimo caffè, detergendo con un panno l’attacco del portacaffè e lavando quest’ultimo con acqua fresca, dopo averlo svuotato nell’umido. Svuoto e pulisco tutte le mattine la vaschetta che raccoglie lo sgocciolìo, che potrebbe diventare terreno fertile per muffe o uova di insetti. Avendo allestito lo spazio caffè sul ripiano della cucina, pulisco quotidianamente con un panno in microfibra sia il piano che gli elettrodomestici, che così risultano sempre puliti senza troppo impegno. Circa una volta a settimana sfilo il cassettino sul fondo del tostapane, elimino le briciole e lo ripulisco con un panno umido. Periodicamente decalcifico sia il bollitore che la macchina del caffè con prodotti appositi (di solito a base di acido citrico, evitando l’aceto che lascia odori ed è un inquinante).
Tengo a disposizione, in prossimità dell’angolo del caffè, dei sottobicchieri (i miei preferiti sono stati ricavati dalle piastrelle originali dell’appartamento), in modo da poter appoggiare bricco e tazza bollenti sulle superfici senza rischiare di rovinarle) e un pannetto umido che mi è utile a pulire al volo eventuali paciughi durante la preparazione.
In generale, come ho tenuto spesso a ribadire in questo articolo, ci tengo che il relax non diventi una causa ulteriore di inquinamento, quindi evito del tutto i materiali usa e getta. Oltretutto trovo che tazze, tazzine e stoviglie belle contribuiscano a rendere il momento della colazione e dalla pausa ancora più bello e speciale. Negli spazi comuni, come fa mio marito in ufficio, ci si può dotare ciascuno della sua tazza, in modo da non sprecare materiali. Laddove si rendesse strettamente necessario l’utilizzo di consumabili, meglio scegliere quelli in mater-b o comunque quelli che possano essere compostati.
In base alle proprie abitudini si può allestire il proprio angolo del caffè in maniera più o meno ricca di accessori. Si possono aggiungere piccoli bricchetti per macchiare di latte tè o caffè, un dispenser di cereali, un mini frigorifero per yogurt e succhi di frutta e più in generale tutto quello che ci pare opportuno o necessario.
Il mio consiglio è, infine, quello di non correre immediatamente all’acquisto di tutto ma valutare bene desideri ed esigenze e costruire gradualmente uno spazio in grado di soddisfarle e di regalarci un buon risveglio e pause rigeneranti.