Per me è ormai un’abitudine da molti anni. Ho cominciato a fare il menù settimanale assai prima di iniziare a scrivere questo blog, spinta da ragioni economiche, soprattutto. È rimasta poi una consuetudine a cui ormai non rinuncio, perché mi sono accorta, con il tempo, che quella che inizialmente sembrava un’incombenza extra, in realtà era molto utile ad alleggerire il carico mentale del “che cucino per pranzo/cena?” che per me è sempre stata una seccatura.
Come e perché preparare un menù settimanale?
Preparare un menù settimanale è piuttosto semplice, una volta trovato l’approccio che ci è più congeniale. Come dicevo, si tratta di scaricare su un pezzo di carta, per poter smettere di pensarci, le idee o le necessità alimentari della famiglia. Più che una pianificazione serrata, è soprattutto un elenco di idee non vincolanti a cui possiamo attingere quando si avvicina l’ora di mettere a tavola i pasti di famiglia.
Detta così sembra una cosa banale ma questa lista, che con un po’ di allenamento non ci porterà via più di una trentina di minuti a settimana, è anche uno strumento che rende più semplice ed efficace la spesa e che ci può aiutare a risparmiare e a migliorare l’educazione alimentare di tutta la famiglia.
In questo articolo voglio raccontarti il metodo che uso per pianificare i pasti della mia famiglia e per risparmiare sulla spesa e mangiare vario, sano ed equilibrato.
Come cominciare con il menù settimanale?
Il mio consiglio, se ti stai approcciando per la prima volta al menù settimanale, è quello di coinvolgere tutta la famiglia e preparare una lista di piatti che piacciono a tutti. Questa lista è la base da cui partire e si può continuamente arricchire o sfoltire a mano a mano che le abitudini e i gusti dovessero cambiare. Otterrai da questa lista una base di idee da proporre nel tuo menù.
Stabilisci in anticipo, a seconda delle vostre abitudini, quanti pasti e per ogni pasto quanti piatti pianificare. Io, per esempio, pianifico pranzi e cene, considerando che a pranzo mangio da sola, mentre mio marito in ufficio e a cena mangiamo insieme. Per ogni pasto pianifico una portata accompagnata sempre da verdure e frutta di stagione (se mangio un primo piatto a pranzo mangerò un secondo a cena e viceversa). Non pianifico le colazioni perché siamo piuttosto abitudinari e alterniamo tra diverse soluzioni che abbiamo sempre in dispensa e torte o dolcetti fatti in casa. Se hai bambini, per esempio, può essere comodo pianificare anche le loro merende, in ogni caso solo se ti torna utile per scaricare dalla testa qualcosa a cui ti troverai a dover pensare in un altro momento, con magari più stanchezza, meno creatività e pochi ingredienti a disposizione.
In linea di massima, a seconda di abitudini e necessità alimentari, cerca di avere un’idea di partenza di quante volte mangiare certi alimenti (carne, pesce, verdure, legumi, etc). Se hai difficoltà in questo senso puoi fare riferimento alla tabella di consumo delle porzioni giornaliere e settimanali che si trova sul sito del Ministero della Salute (cliccando sul link andrai direttamente a pagina 40 di questo dossier, dove puoi trovare tutte le informazioni del caso) oppure consultarti con uno specialista in nutrizione.
In base al piano che hai in mente di creare, scegli uno spazio adeguato su sui scrivere. Meglio la carta o comunque un supporto fisico facile da tenere a portata di mano in cucina, in modo che il menù funzioni al meglio come strumento organizzativo. Inoltre, tenere una copia dei vecchi menù può fornire spunto per quelli successivi.
Cosa metto nel menù della settimana?
Questa è forse la domanda che più spesso mi è stata rivolta e la risposta è tanto banale quanto semplice: quello che ti piace e quello che ti nutre. Mangiare è tanto una necessità quanto un piacere
Scegli ingredienti di stagione e il più possibile locali, che aiutano l’economia casalinga e l’ecosistema in cui viviamo. Attingi alla tua lista di piatti tenendo presente che in inverno non ci sono le melanzane e le pesche e d’estate non c’è la zucca o la verza e sistema i piatti nel menù tenendo anche presente le esigenze di chi mangia e anche quelle di chi cucina. Se ci sono giornate più piene si può preparare una gustosa insalata lavando le verdure da mangiare crude e aprendo qualche barattolo, scongelando ingredienti o piatti preparati in precedenza o delegando, dove possibile.
Per abitudine, prima di fare il menù io faccio un breve check di frigorifero, freezer e dispensa in modo da infilare nel piano dei pasti eventuali ingredienti prossimi alla scadenza e utilizzare prima quello che c’è in casa, poi sistemo i piatti nel menù tenendo conto anche dei nostri impegni.
E se poi mi annoio? E se mi passa la voglia?
Questa è l’eccezione che sollevano i molti che ci tengono a seguire le proprie voglie ma, come dicevo più su, il menù è il mezzo, non il fine.
Decidere in anticipo gli ingredienti che useremo nella settimana non è un limite ma, al contrario, ci offre una base di ingredienti freschi dai quali farci ispirare, senza correre a fare altre spese, quando la vena artistica si impossessa delle nostre padelle. Il menù, al contrario di quanto si pensi, funziona da catalizzatore della creatività: è più semplice pensare a un piatto da fare con quello che c’è che provare a riempire il vuoto di quello che manca.
Prima il menù o prima la spesa?
Nel primo periodo, il mio consiglio è quello di fare prima la spesa, come si è abituati, e poi, con gli ingredienti che si hanno a disposizione, stilare un elenco di possibili piatti da realizzare e con questi arricchire poi l’elenco principale.
L’organizzazione è un fatto personale, non tutte le modalità funzionano per tutte le persone e quindi, più importante di avere pronto il menù, in questo percorso, è costruire il proprio metodo.
A tendere, comunque, è più economico ed efficace riuscire a stilare il menù prima di fare la spesa perché a quel punto possiamo acquistare solo ciò che davvero ci serve.
Più accurata è la lista della spesa, con quantità e indicazioni precise, più la spesa sarà veloce ed economica.
Dopo tanti anni, ormai so bene quali sono le porzioni e le quantità da acquistare e questo mi consente di evitare di buttare via cibo inutilizzato e marcito e, conseguentemente, soldi, alla fine di ogni settimana. Non solo, evitare l’acquisto di impulso ha eliminato dal mio frigo e dalla mia dispensa tutto quel cibo superfluo a cui spesso ci si attacca nei momenti di noia o fame nervosa.
Questo non vuol dire che io non abbia in casa qualche dolcetto o qualche sfizio da aperitivo ma ci sono sempre in una quantità che basta per un piccolo fuori pasto senza eccessi e questo aiuta moltissimo, grandi e piccoli, a costruire una maggiore consapevolezza della propria alimentazione e ci aiuta a mangiare più sano senza necessariamente vivere di privazioni.
Inoltre, acquistare la giusta quantità di cibo ci consente di spendere meglio e di acquistare, senza spendere più di quanto possiamo, cibo di buona qualità, cibo etico che paghi correttamente tutti i lavori della filiera produttiva e cibo che ci godremo davvero e non ci verrà voglia di gettare via.
A ciascuno il suo modo e il suo menù
Mi pare di aver scritto a sufficienza, dunque, quanto un piano dei pasti settimanale possa davvero essere utile per l’organizzazione familiare quotidiana ma, prima di chiudere questo lungo articolo vorrei anche esplicitare più chiaramente che questo genere di attività non ha alcun aspetto performativo.
Il menù settimanale si fa per facilitarsi la vita, non certo per complicarsela facendo a gara a chi fa il menù migliore col metodo migliore. Io stessa, in base alle circostanze cambio il modo in cui mi approccio a questo momento organizzativo.
Ci sono volte in cui si avvicina la fine del mese, ho avuto tante spese e allora per fare un menù più economico consulto il volantino del supermercato e faccio il mio menù in base alle offerte disponibili e utilizzando ingredienti sempre economici (come le uova, la ricotta fresca, la pasta o il riso). Altre volte invece, quando posso, mi tolgo qualche sfizio, come quando acquisto il polpo (che qui, anche congelato non costa mai meno di 18€/Kg). Oppure ci sono volte in cui, mentre sono al mercato, scopro che il mio contadino ha una nuova primizia e allora la aggiungo alla spesa, e solo dopo faccio qualche modifica al menù.
Non ci sono note di merito o di demerito se invece di acquistare i fagioli secchi, metterli in ammollo e cuocerli per ore acquistiamo quelli pronti in barattolo. Non è meglio chi acquista biologico in cascina da chi invece ha a disposizione solo un piccolo market di paese. Ciascuno fa come può per soddisfare i propri bisogni, partendo dalle circostanze in cui vive e non può e deve confrontarsi con altro.
Per questo motivo ho scelto, dopo averlo fatto a lungo, di non pubblicare i miei menù né su questo blog né su altri canali social. Più che essere un’ispirazione, ho avuto l’impressione che si trasformassero in un metro per misurare chi li leggeva oppure me e questo, in un processo di questo tipo, non solo non è necessario, ma è anche deleterio. Il cibo è qualcosa di molto personale e ogni dubbio alimentare andrebbe chiarito confrontandosi con un professionista (a partire dal medico di famiglia) non con persone sconosciute e di cui non conosciamo le competenze.
Io sono una persona che cucina per nutrirsi, senza grandi competenze nutrizionali se non l’entusiasmo e la fame e non ho altro da offrire se non uno spunto per imbastire il proprio metodo organizzativo e un elenco nutrito di ricette, sempre in crescita, che rispecchiano il mio modo di mangiare. Puoi farti ispirare, se dovesse mancare la fantasia o la creatività (capita a tutte e tutti!) ma non scordarti che al centro di tutto, quando mangi, ci sei tu e non il resto del mondo.