Una volta pagato il mutuo o l’affitto, le bollette, le tasse e tutte le spese fisse indispensabili, se vogliamo gestire al meglio quello che resta del nostro budget mensile, è importante che impariamo a risparmiare anche sulla spesa alimentare. Abitudine che, tra le altre cose, offre benefici non solo economici ma anche etici ed ecologici, aiutando a ridurre di molto gli sprechi.
Secondo il Food Waste Index Record del 2021, ogni anno sprechiamo più di 900 tonnellate di cibo e gran parte di questo spreco (oltre il 60%) avviene tra le mura domestiche con un forte impatto sulle nostre finanze e sul clima, in un coinvolgimento globale che deve interessarci tutti.
Risparmiare sulla spesa alimentare, anche in periodi di difficoltà economica, per me ha sempre significato scegliere meglio cosa mettere nel piatto senza rinunciare alla qualità. Siamo quello che mangiamo, del resto, e mangiare male ci rende esseri umani più tristi e più insoddisfatti. In questo articolo dunque, non ti consiglierò di fare la spesa scegliendo prodotti di minor valore alimentare ed etico ma di provare a guardare alla spesa e alla nostra alimentazione in un modo diverso.
Il menù settimanale fa risparmiare
Inserire nella nostra routine la realizzazione di un menù settimanale di piatti da proporre a tavola è il primo passo per un risparmio oculato e non restrittivo. Decidere in anticipo cosa mangiare, infatti, ci permette di selezionare con attenzione cosa inserire nella lista della spesa e dunque di scartare o prediligere certi tipi di alimenti – più o meno costosi – in base al budget per la spesa.
Definisci il tuo budget
Sembra controintuitivo a dirlo ma è davvero importante sapere in anticipo la cifra che si può o si vuole stanziare per la spesa. Quella per gli alimenti, rientra tra le uscite necessarie ma modulabili, perciò avere un quadro chiaro del nostro potenziale di spesa ci permette di andare al mercato o al supermercato senza il rischio di investire più di quanto sia nelle nostre possibilità o volontà.
La definizione del budget può sembrare lavoro extra, ma è una buona abitudine che vale la pena prendere, poiché è molto utile a tenere sotto controllo il flusso del nostro denaro e ci serve a prendere maggior coscienza di quanto e come spendiamo. Sapere di poter spendere – faccio un esempio – 30 al posto di 50 euro in una determinata settimana ci guida nella scelta: uova al posto del salmone, più legumi e meno carne, con un risparmio che non incide sulla qualità dei nostri alimenti e non impatta sulla qualità economica della nostra vita.
Controlla il volantino
Definito il budget, tra gli strumenti più utili che abbiamo per lavorare meglio sulla nostra lista c’è il volantino con le offerte. Le promozioni sono spesso un’ottima risorsa per acquistare prodotti alimentari a prezzi calmierati senza rinunciare alla qualità. Io di solito do uno sguardo soprattutto al reparto pesce, che, almeno a Torino, è una delle spese alimentari più consistenti se si vuol mangiare qualcosa di buono.
Se una settimana c’è in offerta l’orata mangio quella, se quella successiva ci sono le alici prenderò le alici. In questo modo non solo riesco a comprare al miglior prezzo ma anche a variare molto i piatti che passano sulla mia tavola, contribuendo a una maggiore educazione alimentare della famiglia.
Segno sulla lista della spesa in modo preciso il tipo di alimento, il marchio, se si tratta di prodotti confezionati, e soprattutto il prezzo segnato sul volantino, che confronto al momento dell’acquisto in modo da accertarmi di non spendere più di quanto avrei desiderato. Evito, invece, le offerte che mi costringono a comprare troppo di un certo alimento, perché il rischio (che il marketing ha già calcolato per noi) è che poi quell’eccesso di quantità vada a male e dunque sprecato, vanificando la nostra idea di risparmio.
Fai la spesa una volta a settimana
In special modo se abbiamo comodo al lavoro o a casa un punto vendita che ci piace, siamo spesso tentati di fare piccole spese quotidiane senza renderci però conto che queste sono, di solito, fatte con meno oculatezza, e dunque incidono sulla spesa complessiva in modo significativo. Ogni ingresso in un market o supermercato ci regala sempre qualche acquisto insensato. Del resto sono posti costruiti per farci venire voglia di spendere, piccole “trappole per soldi” da cui è meglio stare il più possibile lontani.
Per evitare che si presenti la necessità di spese infrasettimanali, il menù della settimana (eccolo che torna!) è fondamentale. Una lista della spesa ben ragionata non ci lascia a metà settimana senza ingredienti di cui abbiamo bisogno. Inoltre una settimana è un tempo ragionevole per permetterci l’acquisto di ingredienti freschi, senza che questi vadano a male prima di poterli mangiare. Una spesa quindicinale, per esempio, può creare questo tipo di problemi e costringerci a piccoli e dispendiosi acquisti non previsti.
Confronta il prezzo al Kg (ma non farti fregare)
Le confezioni sanno sempre come imbrogliarci e ci lasciamo tentare dalle dimensioni del pack esterno senza valutare la reale quantità di ciò che contengono. Per questo è fondamentale sempre – e per legge è sempre esposto sul cartellino – controllare il prezzo al kg o al litro dei prodotti che acquistiamo.
Questo non vuol dire acquistare sempre ciò che al kg costa di meno, ma significa soprattutto acquistare una quantità di prodotto congrua per le nostre necessità al miglior prezzo. È piuttosto ovvio che i pack con maggiore quantità di prodotto abbiano un costo al kg inferiore ma, prima di farci tentare da quello, valutiamo di poter poi consumare per tempo, e al massimo della sua freschezza, tutto il contenuto del nostro acquisto. Acquistare a meno per poi dover gettare via, oltre ad alimentare lo spreco, riduce molto anche la nostra capacità di risparmio.
Bisogna soprattutto allenarsi a cercare il miglior rapporto qualità prezzo che si adatti alle nostre esigenze.
Acquista di stagione e a KM 0
“Ma se a Natale mi viene voglia di parmigiana di melanzane?” – questa domanda me la sono sentita fare per davvero e, prima di affrontare questo argomento, vorrei precisare che non stiamo parlando di voglie estemporanee ma di spesa quotidiana e di un più generalizzato rispetto per la terra che abitiamo. Un acquisto fuori stagione non ammazzerà il pianeta ma, se non ci abituiamo a restituire alla coltivazione, alla pesca e all’allevamento una loro stagionalità, se pretendiamo di trovare sempre disponibili sul mercato tutti gli ortaggi e la frutta che conosciamo, se non facciamo qualche passo indietro rispetto al nostro consumismo, le cose non potranno mai cambiare.
Mi rendo conto che, specialmente se si acquista il fresco nella grande distribuzione, il cambiare delle stagioni neanche si percepisce. A dicembre sui banchi c’è l’anguria e in ogni mese dell’anno si trovano verze e pomodori e dunque diventa più complicato fare una scelta. Se però controlliamo il prezzo al kg di questi ingredienti fuori dal loro tempo, ci accorgiamo che lievitano, inevitabilmente, perché chi coltiva è costretto a usare costosi (ed inquinanti) espedienti oppure il venditore li importa da altre lontane parti del mondo, con un conseguente aumento dei costi e delle emissioni per il lungo viaggio.
Acquistare a Km 0 riduce il rischio di acquisti fuori stagione e, considerazione marginale ma non meno importante, sostiene la coltivazione e l’economia locale contribuendo a preservare specie, varietà e salute dei terreni. È dunque un favore che non facciamo solo al nostro portafogli, ma anche al futuro dei nostri bambini.
Tieni sotto controllo il frigo, il freezer e la dispensa
Citavo questo passaggio anche raccontando il mio metodo per organizzare i pasti della settimana. Anche nelle dispense meno abbondanti c’è, di solito, da mangiare per un esercito e anche per un tempo prolungato. Tenere sotto controllo il barattolame e le conserve ma anche il fresco che giace in frigo e in freezer aiuta non solo a non acquistare troppo ma anche a garantire a quello che teniamo in casa un buon ritmo di ricambio, evitando che il cibo invecchi troppo o, peggio, scada dimenticato.
È buona norma anche non fare scorte eccessive, neanche di prodotti acquistati in offerta, perché è più semplice, nell’abbondanza, scordare qualcosa, fare confusione e, non meno importante, annoiarsi di mangiare le stesse cose e tornare a spendere soldi, senza tenere conto delle spese già fatte.
Inserisci il contenuto della dispensa, del frigo o del freezer nei tuoi menù settimanali oppure istituisci la settimana dello svuota tutto, una volta al mese: ridurrai le spese, rinfrescherai la dispensa e non butterai via nulla.
Ricicla gli avanzi
Probabilmente questa sembra una banalità ma il consumismo dell’economia in perenne necessità di crescere che viviamo, ci ha abituati a cercare sempre il nuovo e a non dare valore a ciò che già possediamo. Il pane che si è seccato troppo in fretta, gli albumi inutilizzati per fare la crema, la pasta che è avanzata dal pranzo, la carne del bollito, il petto del pollo arrosto che tutti mettono da parte: ognuno di questi alimenti è un nuovo ingrediente e può trovare numerosi altri impieghi in cucina.
Trattare gli avanzi con rispetto ci permette di portare in tavola pasti più economici, limitare le spese e limitare gli sprechi. Peraltro la nostra tradizione è ricca di ricette realizzate con gli avanzi, che i nostri nonni e bisnonni non erano per niente abituati a sprecare, quindi si tratta solo di abitudini che già esistono, da recuperare.
Autoproduci (compra ingredienti base, più versatili)
Questo forse, insieme al successivo, sarà uno dei consigli più controversi di questo articolo ma mi permetto di darlo perché è un passaggio che ho affrontato nella mia vita. Per molti anni il mio carrello si è riempito di prodotti precotti da scaldare in forno, di surgelati, di vaschette di plastica piene di cibo a cui dare, tuttalpiù, una ravvivata rapida prima di finire nel piatto. Riconosco che siano particolarmente comodi ma, oltre a non essere per nulla sani e spesso dallo scarso valore nutritivo, sono anche pasti piuttosto costosi e poco sazianti, che quindi neanche bastano da soli.
Non dico che sia più conveniente farsi la pasta in casa e anche la crema al cioccolato, conti alla mano, non conviene e riconosco che cucinare sia spesso un’operazione lunga e noiosa ma, per esempio, acquistare la farina e preparare torte e biscotti, al posto che acquistarli, comprare il pollo e poi impanarlo da soli per fare cotolette e cordon bleu è decisamente più economico. Torte salate, quiche e sformati si preparano in poco e sono ottimi anche per riempire la schiscetta del giorno dopo e lo stesso vale per ogni tipo di pasta al forno, dalla lasagna a quella pasticciata, che è davvero rapida e ottima da fare con quello che c’è in frigo.
Qualcuno potrebbe obiettare che per me sia semplice, perché lavoro in casa e cucino per lavorare ma ho cominciato a cambiare il contenuto del mio carrello mentre ancora lavoravo in ufficio. Ho cercato di organizzarmi e ottimizzare le preparazioni, mi sono sempre preparata la schiscetta da portare al lavoro e se qualche volta ho potuto, ho derogato, ma in definitiva, in breve tempo, non ho più sentito neanche la necessità o la voglia della mia alimentazione di prima, perché la vera differenza, oltre al risparmio, è anche che a mangiare così si mangia meglio. Non deve succedere tutto subito ma cominciare da qualche passo, cominciare a provarci, è già qualcosa e, anche pochi soldi risparmiati, possono fare la differenza.
Fai attenzione alle porzioni
Questo è l’ultimo consiglio di questo articolo e, sono certa, quello che vedrà più teste scuotersi per disapprovazione, ma ritengo, per esperienza diretta, che si tratti anche del più sensato: mangiamo tutti davvero troppo. Non è questione di essere magri o grassi, è che ci manca proprio il senso della misura di quelle che sono le porzioni che dovremmo mangiare di ciascun alimento.
Se si fa riferimento alle linee guida del Ministero della Salute e alle tabelle della Società Italiana di Nutrizione Umana scopriamo che la porzione di carne rossa o bianca per persona è di 100 g. Una coscetta di pollo, 4-5 bocconcini di spezzatino. La quantità di pasta per porzione è di 80 g, la porzione di olio è di 10 ml (un cucchiaio). Non sono le porzioni per una persona che segue un regime ipocalorico, sono quelle da inserire in un regime equilibrato e sano di alimentazione di una persona che è al suo peso forma.
E poi: i legumi andrebbero mangiati almeno tre volte alla settimana, la carne (bianca o rossa non fa differenza) da 0 a 3 volte – vuol dire che si può evitare o ridurre di molto e che, certamente, non deve essere messa in tavola tutti i giorni – i cereali andrebbero mangiati almeno una volta al giorno, anche una a ogni pasto, le uova da una a quattro volte la settimana.
Insomma, se consideriamo che è lo stesso schema di dieta mediterranea – la più sana al mondo – a suggerirci di preferire ingredienti più semplici ed economici (come legumi, cereali e uova) e se teniamo conto delle piccole quantità da mettere in tavola per gli ingredienti più costosi, viene abbastanza semplice capire che mangiare bene voglia dire, senza mezzi termini spendere molto ma molto meno.
Mi rendo conto che cambiare la propria alimentazione sia complicato, che rieducarsi a mangiare in modo nuovo sia difficile ma, se con un solo sforzo, riusciamo a coniugare salute e risparmio io dico: perché no? Mi paiono due ottime ragioni. Negli ultimi anni ho portato l’alimentazione in casa mia sempre più verso questo schema, introducendo molti più legumi e cereali, mangiando molto più a base vegetale e cercando il più possibile di comporre i nostri piatti secondo lo schema del “piatto della salute” e posso testimoniare che il risparmio nella spesa è stato considerevole. Se inoltre questo potrà giovarci dal punto di vista del benessere sarà stato un impegno doppiamente ripagato.
L’alimentazione è spesso vissuta in modo quasi religioso, liquidando con un lapidario “si è sempre fatto così” ogni proposta di variazione ma, che sia per risparmio economico, per ridurre il nostro impatto ambientale o per coniugare entrambe le cose, un cambiamento è davvero necessario per ottenere dei risultati.
Risparmio ed etica, secondo me
Sicuramente ci sono altri mezzi utili a mettere in atto strategie di risparmio, in questo articolo ho però deciso di dare spazio a quelle che trovo coniugabili anche con un approccio etico al consumo, un approccio che ci metta in gioco anche dal punto di vista morale. Risparmiare è importante ma sarebbe altrettanto rilevante farlo spendendo i nostri soldi in catene che trattano equamente i loro dipendenti, presso coltivatori e allevatori che si interessano del benessere della terra, degli animali e di chi lavora con loro. Dovremmo, in questo processo, non scordare che se qualcosa costa troppo poco, rispetto al suo reale valore, ciò che manca lo sta pagando qualcun altro per noi: con lo sfruttamento, con mancati diritti, con mancata sicurezza e mancata dignità. Mangiare meglio, oltre che risparmiare vuol dire anche mangiare tutti.