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Come si mangia all’Osteria Francescana

Scritto il 10 Maggio 2022

Certamente vittima delle classifiche, del marketing e anche un po’ del racconto di lui emerso attraverso le telecamere di Chef’s Table, cullavo da anni questo desiderio impossibile di mangiare da Massimo Bottura.

L’Osteria Francescana ha occupato, tra il 2016 e il 2018, i primi posti della classifica dei ristoranti migliori al mondo, vanta tre stelle Michelin – il livello di valutazione più alto – ed è una meta gastronomica così ambita che il primo ostacolo da superare per potervi accedere è la prenotazione.

Bisogna necessariamente prenotare con mesi di anticipo e, nei giorni in cui aprono le prenotazioni, si esauriscono in pochissimi minuti.

Con una buona dose di organizzazione, tempra, fortuna e velocità ci siamo accaparrati un pranzo per due a fine dello scorso febbraio. Pur non essendo la prima esperienza stellata, sono arrivata a quella data – dopo mesi di attesa – con aspettative che definire altissime è più di un eufemismo.

Primo impatto e sensazioni

Il ristorante si trova in una piccola via del centro storico. Decidiamo di raggiungerlo in taxi dal nostro hotel, in modo da non doverci preoccupare del parcheggio, e si rivela la scelta vincente. Arriviamo un po’ in anticipo ma ci godiamo l’attesa al sole. Forse è stato proprio il contrasto tra la luce dell’esterno e il buio all’interno del locale a rendere un pochino straniante l’ingresso. L’accoglienza è persino un po’ troppo, rispetto a quanto mi aspettassi: il personale di sala forma un serpentone umano che ti accoglie dal primo passo fino a che non raggiungi il tuo posto al tavolo che può trovarsi in una delle molte piccole salette. L’interno del locale forse è più ordinario di quanto mi aspettassi, niente è fuori posto, ci mancherebbe, ed è tutto molto elegante, ma mi manca un po’ l’effetto meraviglia, nonostante ci si ritrovi seduti al cospetto di grandi artisti dell’epoca contemporanea. Ci sistemano in una saletta verso il fondo in cui ci sono altri tre tavoli. A noi tocca Takashi Murakami.

Osteria Francescana - Ingresso
Osteria Francescana - Menù

Si può scegliere di mangiare à la carte oppure di farsi guidare nella degustazione dal menù studiato dallo chef, al quale, se si desidera, si può abbinare anche un percorso di assaggio di vini. Anche nelle occasioni precedenti, al cospetto dell’alta cucina, ci rimettiamo alla voce della cucina e prendiamo entrambi il menù, che dal 2021 non è più il suo iconico e più noto – quello con le cinque stagionature di Parmigiano, per capirci, che comunque si possono ordinare dalla carta – ma è stato sostituito da uno studio di piatti ispirati, liberamente e con licenza poetica, ai piatti più iconici di grandi chef italiani. With a little help from my friends, si chiama, occhieggiando, già dal titolo, all’anima pop-rock della cucina che ci aspetta.

L’esperienza gastronomica

Lo stupore iniziale generato dai primi antipasti viene immediatamente soppiantato dalla meraviglia – proprio quella che cercavo – del pane sfogliato con cipolla, nocciole e tartufo che fa a pezzi e poi ricostruisce tutta la mia idea di buono. Niente di quello che vedi è ciò che credi e quello che ti ritrovi a vivere è l’incanto di quando hai visto per la prima volta un prestigiatore e hai creduto davvero che fosse magia. Nei tortelli di zucca la zucca è sfoglia e non ripieno, nei ravioli di capesante la mortadella è fatta di pasta e la parte migliore dell’anguilla è la pelle di germano croccante. Nei piatti di questo menù si incontrano ingredienti locali ed esotici in un equilibrio perfetto che riesce a tenere insieme, perfettamente, il tè lapsang souchong e le cipolle, con estrema naturalità.

Qui è dove tutto supera le aspettative e capisci com’è che il cibo si fa davvero arte e nutre parti di te persino più viscerali della pancia. Le suggestioni sono incredibili, è tutto estremamente curato: sapori, cotture, consistenze, accostamenti e presentazione, eppure sta tutto esattamente dove deve stare e lo fa con una leggerezza che, devo ammettere, non avrei immaginato di poter provare in un contesto simile, al quale sono arrivata con soggezione e un po’ di imbarazzo. È col cibo che si scioglie, senza volontà, quella rigidità iniziale che mi aveva fatta sentire un po’ a disagio.

Osteria Francescana - Piatti

Volevo Essere Fritto

Osteria Francescana - Piatti

Sfoglia, cipolla, nocciole e tartufo

Osteria Francescana - Piatti

Pasta croccante, verdure, seppia, ostrica, caviale e creme di spaghetti

Osteria Francescana - Piatti

Ravioli di capesante e mortadella, chowder di cavolfiore, mela marinata

Il pranzo diventa, un piatto dopo l’altro, al ritmo gestito perfettamente da cucina e personale di sala, una musica che ti fa sentire la testa leggera e agita farfalle. Io e il Tucci cominciamo a stilare una classifica dei nostro preferiti e, un piatto dietro l’altro ci tocca ribaltarla, perché improvvisamente scopri cose come la Crema inglese al pepe, guanciale, banana, gelato di pecorino, caviale – che sfila definitivamente in vetta – e il Camouflage un attimo prima del caffè e ti tocca riposizionare tutto quanto.

Non una sbavatura, non un sapore, un condimento o una sensazione fuori posto. Niente è stato troppo o troppo poco. È stato un evento travolgente che ha accartocciato le tre ore che abbiamo passato seduti a tavola.

Osteria Francescana - Piatti

Chawanmushi di Parmigiano, lingua, cotechino in spugnole, zucca, tartufo
nero e fondo di funghi

Osteria Francescana - Piatti

Anguilla, pelle croccante, spinaci, rafano, marasche e
aceto balsamico Villa Manodori

Osteria Francescana - Piatti

Crema inglese al pepe, guanciale, banana, gelato di pecorino, caviale

Osteria Francescana - Piatti

Camouflage

E quindi come si mangia all’Osteria Francescana?

Potrei quasi azzardare a dire che non si mangia, perché questo è tutt’altro dal mangiare semplicemente. Si esce da lì come quando si va al teatro a guardare uno spettacolo stupefacente o a sentire un concerto pazzesco di quelli che restano nella storia o a guardare per la prima volta un quadro dentro a un museo e a innamorarsene di nuovo, come non l’avessi mai visto stampato prima. Non è solo il cibo a essere incredibile, è l’intera esperienza a dover essere valutata nella sua interezza e – questo l’ho capito alla fine – ha davvero poco a che fare con l’ambiente che hai intorno, perché è il cibo a farsi atmosfera.

All’Osteria Francescana non ci vai per farti una mangiata – per quanto, posso assicurare, se ne esca più che satolli – ma a esplorare un modo di fare cibo e cucina che si fanno storia e racconto, che ti lasciano più riccǝ, come quei libri che non riesci a smettere di leggerli, e arrivi alla fine non solo per sapere come va a finire ma anche per scoprire quante altre emozioni potrai provare ancora.

All’uscita – che prendiamo per primi, perché finito il pranzo quel buio della sala oscurata dai tendoni era tornato a soffocarmi un po’ – ci è stata donata anche una bottiglietta di aceto balsamico della riserva dello chef, che aspetta ancora il piatto giusto per farsi assaporare.

Il costo – circa 675€ in due, per menù, acqua è caffè – è quello di un piccolo viaggio e dunque commisurato all’esperienza vissuta.

Mi piacerebbe tornare, e spero di poterlo fare magari prima dei 50, per assaggiare i suoi piatti più iconici (eravamo davvero troppo pieni per ordinare altro), anche per indagare più a fondo le radici di un percorso personale e professionale che è mirabolante non solo per i risultati ottenuti ma anche per la capacità di far sentire protagonista chiunque, anche solo con una forchetta, vi abbia partecipato.

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Valentina

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Amiche e amici del pollice non troppo verde questo Amiche e amici del pollice non troppo verde questo tutorial è per voi, per noi che vorremmo la grazia di far crescere i fiori che ha @barbara_balocco ma ci basta guardare le piante perché queste appassiscano miseramente.

Se anche voi avete desiderato ardentemente un glicine ma non ve la siete sentita di destinarlo a morte certa questa è la soluzione: un glicine di carta crespa immortale, bellissimo, magico e resistente a quell’uragano che solo le nostre cure sono in grado di scatenare 😅

Bastano tre rotoli di carta crespa colorati, forbici filo da ricamo, un ago e una montagna di pazienza per ricreare dentro casa un fascinoso e imperituro angolo di primavera, che è arrivata, oggi per davvero e speriamo che resti per un bel po’ (ché qui, all’estate, non siamo mica ancora pronti 🙈).

Il progetto, come sempre, è anche più dettagliato sul blog, al solito link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina

Che ne pensi? Ti piace? Fammelo sapere nei commenti, qua sotto e raccontami qual è il tuo fiore preferito 👇🏻

MUSICA: “Shades of Spring” Kevin MacLeod (incompetech.com)
Licensed under Creative Commons: By Attribution 4.0 License
http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

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Come mi aspetto di sentirmi nel weekend. Come mi s Come mi aspetto di sentirmi nel weekend.
Come mi sento per davvero. (Sfoglia il carosello per scoprire le differenze 😅)

La ricetta della brioche al caffè sofficissima, che non ci salva da questa stanchezza atavica ma comunque aiuta, è sul blog, al link in bio cliccando qui 👉🏻 @valefatina 

Era un’idea per la festa del papà ma poi mi è passata addosso la solita schiacciasassi di medicine e i loro effetti collaterali ed eccoci qua, a fare le cose in ritardo pure sulla vita 🤷🏻‍♀️

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Domenica sarà la festa del papà. Il giorno perfe Domenica sarà la festa del papà. Il giorno perfetto, se avete un papà vicino o se volete festeggiare il papà dei vostri bimbi, per organizzare un super pranzo in famiglia e godersi il tempo insieme ❤️.

Io, ovviamente, porto il dolce 😬 con una bella raccolta di ricette golose che vanno dalla classica zeppola a proposte più creative ma altrettanto sfiziose. Le ho raccolte pensando a mio papà, che è un super goloso, ma scommetto che troverete qualcosa di adatto anche al vostro.

Le trovate da sfogliare in questo piccolo carosello e, come sempre, al link in bio o nelle storie di oggi, cliccando qui 👉🏻 @valefatina

In foto abbiamo:
- Zeppole al tiramisù
- Paris Brest al cioccolato con croccante alle nocciole
- Zeppole al caffè
- Bignè alla crema e cioccolato
- Brownies al cioccolato
- Salame al cioccolato
- Crostata morbida al cioccolato e frutti rossi
- Torta alla Guinnes
- Crostata con ricotta e gocce di cioccolato
- Torta di nocciole e caffè

Quale preferite? Raccontatemelo qua sotto, nei commenti 👇🏻❤️

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Prima ancora della passione per gli aggeggi da cuc Prima ancora della passione per gli aggeggi da cucina c’era e continua a esserci la fregola per tutti i prodigi più o meno tecnologici a supporto della mia creatività e siccome ne ho collezionati - e continuo ad acquistarne tanti - ho pensato di farne una piccola rubrica che comincia oggi, con uno degli ultimi acquisti: la stampante @hpsprocket .

È una stampantina portatile senza toner o cartucce che stampa su pellicola Zink (zero ink) in formato 5 x 7,6 cm con retro adesivo.

Funziona collegandosi via Bluetooth al dispositivo da cui voglia stampare le nostre foto. Attraverso l’app HP Sprocket possiamo sistemare colori e impostazioni, aggiungere adesivi o creare collage come quello che ho stampato in questo video per decorare il mio bullet journal.

Trovo che sia uno strumento creativo divertente e versatile, perfetto per chi vuole creare ricordi ma anche per progetti creativi insoliti. Per esempio ci si potrebbe fare un archivio visivo dei libri letti, delle serie tv o film guardati - stampando le scene preferite o le locandine - o persino etichettare le scatole con abiti o oggetti, lasciando all’esterno la foto di ciò che vi abbiamo riposto, per ritrovare tutto in un colpo d’occhio.

Insomma, sono soddisfatta di questo acquisto e, a mano a mano, vi mostrerò i vari progetti in cui la metterò all’opera.

Io l’ho presa su Amazon in un bundle con già una confezione di pellicole, vi lascio il link affiliato nelle storie di oggi.

Fatemi sapere se ce l’avete e come la usate oppure come la usereste per la vostra creatività.

Ricordate di lasciarmi un like per farmi sapere se questa rubrica vi piace e vorreste altri video con altri strumenti creativi da scoprire.

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Venerdì che unǝ dice: come si fa? Ecco, si fa co Venerdì che unǝ dice: come si fa? Ecco, si fa così, si ferma il mondo per un secondo, giusto il tempo di mettere insieme un incantesimo; si cuoce tutto quel poco che basta a farlo lievitare un tantino e poi si morde, ancora tiepido, un bel boccone di felicità. Gusto cioccolato, per me, oppure tutti i gusti che vuoi.

Bastano:
- 1 uovo
- 1 vasetto da 125 g di yogurt
- 50 g di olio di semi
- 75 g di zucchero
- 120 g di farina
- 1 cucchiaio colmo di cacao amaro (o di fecola di patate)
- 8 g di (mezza bustina di lievito per dolci)
- 40 g di gocce di cioccolato
- L’aroma che più ti piace

Cuoci in friggitrice ad aria già calda a 170°C per 15 minuti e goditi la meraviglia.

Salva la ricetta qui oppure leggila sul blog, al solito link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina

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La chiamano festa della donna ma è una giornata d La chiamano festa della donna ma è una giornata di sensibilizzazione e no, non c'è molto da festeggiare. E sì, sono polemica.

Festeggeremo quando avremo parità di stipendio a parità di posizione professionale. Quando avremo le stesse opportunità di accesso a tutti gli spazi del mondo del lavoro. Festeggeremo quando smetterete di chiederci se abbiamo figli o vogliamo farne, ai colloqui di lavoro e pure fuori. Sarà festa quando nessun compagno, marito, convivente, fratello o padre ci aiuterà ma starà soltanto facendo la sua parte. Daremo un party quando saremo prese in considerazione dalla ricerca scientifica e quando alle donne sarà garantito lo stesso trattamento clinico, medico e sanitario che viene garantito agli uomini, quando il nostro dolore non sarà solo isteria o esagerazione. Avremo di che festeggiare quando la sofferenza e il sacrificio smetteranno di essere medaglie da appuntarci sul petto, quando non dovremo più scegliere tra carriera e famiglia, quando anche l'ultimo uomo avrà smesso di pensare che sia il suo uccello a renderci valide e che esistiamo solo per compiacere il suo desiderio, quando smetteremo di essere uteri con le gambe e corpi su cui accanirsi, quando non saranno più altre e altri a dirci come sentirci, cosa provare e come esistere per dare meno fastidio possibile.

Fino a quel momento lotteremo, urleremo e faremo tutto ciò che serve per guadagnarci una motivazione a fare festa. Fino ad allora tenetevi le vostre mimose puzzolenti, restituiteci ciò che ci appartiene e se proprio vi si impegna di fare qualcosa allora fateci un dolce, che non ci compra - sia ben chiaro - ma ci dà quell'energia che serve per non smettere mai di combattere per quello che meritiamo ✊🏻

Nel carosello qualche idea per l'occasione:
- Crostata morbida mimosa
- Victoria Sponge Cake
- Coppa mimosa
- Rotolo alle fragole
- Crostata con panna cotta
- Ciambellone ripieno
- Crêpe Suzette
- Tiramisù al limone
- Cheesecake allo yogurt
- Crostata morbida al cioccolato bianco

il resto delle ricette e pure delle rivendicazioni sono sul blog, al solito link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina
Quante cose sai fare con la teglia dei muffin? Ogg Quante cose sai fare con la teglia dei muffin? Oggi esploriamo insieme tutte le possibilità che vanno dalla lasagna - sì, la lasagna - ai pancake - e sì, proprio quei pancake.

Lo stampo per i muffin è stato il primo acquisto fatto per la mia cucina, quella in cui ho cominciato a cucinare davvero, e da allora ho collezionato una moltitudine di ricette creative e anche più tradizionali, se così vogliamo considerarle, ma sempre con un twist personale.

Le ho raccolte in un'unica pagina, sul blog, e sono tantissime! Ci trovate anche un po' di consigli di teglie da acquistare e accessori sfiziosi e utili. Se ancora non vi siete convintǝ a fare questo passo sono convinta che queste delizie potranno contribuire alla causa.

Nel carosello da sfogliare abbiamo:
- Pizza muffin
- Torta pasqualina monoporzione
- Pancake al forno
- Lasagna cupcake
- Frittatine con le erbette al forno
- Muffin salati con fave e pecorino
- Tortine alle fragole
- Angel cupcake (muffin di soli albumi) con panna e fragole
- Muffin integrali con mirtilli e avena
- Cupcake arcobaleno

E tu usi la teglia dei muffin? Qual è la ricetta più creativa per cui l'hai usata? Vieni a raccontarcelo qua sotto, nei commenti e scambiamoci altre idee per darle sempre nuova vita 👇🏻

La raccolta completa di 40+ ricette è sul blog, al link in bio e da cliccare nelle stories di oggi, cliccando qui 👉🏻 @valefatina

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A metà di questo venerdì in discesa arrivo da vo A metà di questo venerdì in discesa arrivo da voi con una prodigiosa ricetta realizzata in collaborazione con @caseificiocomellini . Perché prodigiosa? Perché a seconda delle voglie va bene come dolcetto per la merenda o come aperitivo. Ci arrivo.

Useremo il mitico Squacquerone di Romagna DOP che arriva dritto dalla via Emilia e che si squacquera sulla sfoglia per diventare un fondo cremoso e goloso per i restanti ingredienti. Quali? Mele della Val di Non, un filo di miele, profumo di timo e se poi vi piace anche una fettina di pancetta appena tagliata per un morso da veri gourmet.

Che ne dite, vi ispira? 😋

Vi lascio il link alla ricetta, che trovate sul sito di Caseificio Comellini nelle stories di oggi, non perdetevelo!

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Nei giorni scorsi ho acquistato online e ricevuto Nei giorni scorsi ho acquistato online e ricevuto a casa una super cassetta di avocado siciliani (li ho presi da @siciliaavocado e mi sono trovata super bene, sfusi li trovo da @cortilia.it e anche lì non posso che dirne bene). Da quando posso acquistare avocado che non fanno il giro del mondo prima di arrivare sulla mia tavola li compro più volentieri, anche perché ne vado ghiotta.

In questi anni ho usato questo frutto per tantissime preparazioni, salate e anche dolci e visto che adesso siamo in stagione ho pensato di segnalarvi la raccolta di ricette pubblicate sul blog. La trovate al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina , e nelle stories di oggi.

Nel carosello da sfogliare per farsi ingolosire abbiamo:
- burger di pollo e avocado
- avocado toast con salmone
- piadina con hummus e avocado
- insalata "California" con surimi e avocado
- avocado toast alla caprese
- frullato di avocado e cacao
- sandwich con tonno, avocado e yogurt greco
- tacos con avocado, ceci e cavolfiore speziato
- insalata di ceci con avocado e pomodorini

E nella raccolta ne trovate molte altre (e tante arriveranno non appena cominceranno a maturare quelli arrivati da poco 😉)

E voi lo mangiate? Come lo preparate? Raccontatemelo qua sotto, nei commenti 👇🏻

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