La mia dolce (e golosa) metà, mi ha regalato questa opportunità io non me la sono fatta scappare per niente al mondo. Del resto credo che per chi come me ama la cucina apprendere nuove tecniche e trovare nuove idee sia un’occasione ghiotta quasi quanto un dolce a sette strati di cioccolato.
Questo posto non è solo una scuola di cucina, è quel qualcosa in più che sta nella bellezza del luogo in cui si trova, nella cura con cui è tenuto, nell’incanto di certi attrezzi che hanno una storia che si racconta a guardarli. Un posto in cui si trovano insieme una grande pulizia, un’ accoglienza calda e un grande senso di casa, e in cui il bancone al centro della cucina diventa un enorme camino e non puoi fare a meno di starci intorno, tutti stretti stretti.
La proposta della serata si è articolata in cinque ricette che in tre ore hanno dettato un ritmo serrato di padelle, forno, frullatore, mixer e click di fotografie.
Panettone croccante ai limoni canditi con patè di fegato. Un abbinamento sorprendente e riuscitissimo che ha reso un piatto dal sapore così forte, come il patè di fegato estremamente più fresco e appetibile rinnovando l’attualità di una ricetta così antica e tradizionale.
Cialda di farina di riso nero con mousse di gamberi e chicchi di melograno. L’abbinamento tra riso venere e pesce diventa con questa ricetta un bocconcino delizioso croccante, morbido e delicato insieme in cui tutti i sapori trovano la loro massima espressione.
Bicchierino di crema al peperone abbrustolito in agrodolce con uva bianca ed uva sultanina. Una scommessa vinta a mani basse. L’idea dell’uva spadellata poi sembra ottima anche per certe insalate.
Meringhe salate alle barbabietole con spuma di panna montana e formaggio caprino. Qui abbiamo trasceso ogni possibile aspettativa. Questa preparazione diceva di tutto l’impegno che è servito per idearla e realizzarla. Non ve la posso raccontare perchè come si fa a spiegare qual’è la sensazione di mangiare nuvole rosa?
Stelline di Natale al cocco e lime. Questa è stata invece la preparazione delle belle scoperte. Di una farina di cocco che non è cocco rapè ma è finissima, impalpabile e ha un profumo straordinario e che devo necessariamente avere dal momento che è riuscita a dare nuovi onore e gloria anche ad un abbinamento che avevo dato per scontato e che non ho mai apprezzato tanto.
In definitiva un corso che mi ha spiazzata e dato nuove prospettive. Le mie precedenti esperienze sono state di corsi molto pratici in cui si era direttamente alle prese con i fornelli e quindi l’impatto con un corso di osservazione è stato di iniziale stupore e perplessità ma Erica e Camilla hanno saputo tenere alta l’attenzione e coinvolgerci con simpatia. Avrei giurato che fosse meglio fare ma guardare mani così sapienti all’opera mi ha incantata e in più ho potuto concentrarmi molto sull’apprendimento, sul cercare di carpire i segreti anche solo di certi movimenti di frusta senza l’ansia di dover tenere il tempo.
È stata una bella esperienza, l’ennesima conferma che la cucina è il mio posto, insieme alla macchina fotografica, intorno ad una tavola, dietro e anche davanti ai fornelli. Credo che se state cercando un corso di cucina che voi siata principianti o già ad un buon livello, La Maggiorana sia il posto perfetto per comprendere a pieno quanta bellezza, cura e valore possa esserci in un piatto, per piccolo che sia.
Vi invito di cuore a consultare il loro calendario corsi e chissà che presto non ci incontriamo là.