Con l’invasione digitale dello stabilimento di Pastiglie Leone a Torino siamo entrati nel vivo delle #invasionidigitali 2016 in Piemonte, cominciate il 22 aprile scorso. Un calendario fitto di eventi (che si può visionare qui) e di opportunità per scoprire le bellezze – spesso quelle più nascoste – di ogni angolo della Penisola.
Per l’occasione Pastiglie Leone, l’azienda, eccellenza torinese conosciuta in tutto il mondo, ha aperto le sue porte e ci ha mostrato i segreti che stanno dietro le storiche caramelle e tutti gli altri prodotti dei loro laboratori. Io, che dei loro prodotti sono grande fan e compulsiva mangiatrice, ci ero già stata da turista in occasione di uno dei tour organizzati da Turismo Torino, e ci sono tornata molto volentieri per approfittare di questa occasione social e fare anche qualche foto (che solitamente non sono permesse).
Questo post è per chi non c’era ma avrebbe voluto esserci, per chi è curioso di scoprire cosa c’è dietro, per chi ama la dolcezza delle cose belle.
Cosa sono le invasioni digitali
Un’invasione digitale è un ritrovo organizzato e concordato di persone che invadono per qualche ora un luogo di interesse culturale e, condividendone immagini e storia attraverso i loro canali di comunicazione, ne promuovono le attività. Si tratta di una modalità di promozione culturale e turistica che parte dal basso, affidata ai contenuti generati dall’utenza e quindi meno istituzionale e più genuina. Chi invade si fa occhi, orecchie e gambe di tutti i potenziali turisti e diventa parte attiva nella salvaguardia del patrimonio culturale del suo territorio.
Photo credit: Valentina Bonomonte
Un po’ di storia
La storia di Pastiglie Leone comincia a Napoli (come la mia! Sarà per questo che ci siamo piaciute subito?). Il signor Luigi Leone, pasticciere di origini napoletane, comincia a meta dell’800, in una confetteria ad Alba, a produrre le sue ormai leggendarie pastiglie. Poi Torino lo accoglie e con essa anche la Real Casa, che fregia questi deliziosi prodotti con il suo vessillo, e grandi personaggi che a quei tempi popolavano quella che fu, solo dopo, la prima capitale dell’Italia unita.
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Il Ragionier Monero racconta la storia dell’azienda anche sul mio canale Snapchat
Le famose pastiglie
Le celebri caramelle di zucchero, aromatizzate con oli essenziali e colorate con coloranti naturali erano inizialmente vendute come digestivo da servire dopo pasto, e quindi prodotte nei classici gusti amari che attualmente fanno parte del misto dissetante e di quello digestivo. Oggi il carnet dei gusti è assai più ampio e incontra anche i palati più golosi e moderni con gusti speciali – tipo lo spritz o la torta al cioccolato – e quelli stagionali al pan di zenzero o panettone ma la ricetta è la stessa di sempre.
L’impasto nasce caldo e soffice. Viene disteso e poi tagliato e stampigliato con il classico logo Leone, essiccato con lentezza quindi, prima di finire nelle scatole di cartone o di latta, le pastiglie vengono controllate e selezionate da occhi e mani esperte. La lavorazione richiede tempo e attenzione e forse anche qui sta il segreto della longevità di questo prodotto unico.
Caramelle, gelatine, gommose e liquirizie
Nel reparto caramelle nascono, da calderoni di marmellata, le classiche caramelle dure, le drops (imperdibili le violette e i lamponi!), i fondant che si sciolgono letteralmente sul palato regalando un brivido dolcissimo, un’intera gamma, la Leonsnella, di caramelle senza zucchero, le gelatine – fatte solo da polpa o succo di frutta fresca – e le gommose di cui il Ragionier Monero è orgogliosissimo poiché prodotte con sola vera gomma arabica naturale e non con surrogati o gelatine animali.
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La gomma arabica naturale così come arriva in azienda
C’è poi un intera linea di prodotti a base di liquirizia purissima, che arriva a Torino per loro direttamente dalla Calabria. Ci sono i pesciolini, le sukai e i confetti, la ghiaia del Po, che in casa nostra non manca mai, bella e buona da offrire agli ospiti.
Per ognuno di questi prodotti esiste uno stampo speciale in bronzo o gesso, realizzato per Pastiglie Leone da mani artigiane e conservato con cura. Caramelle, gelatine e gommose vengono colate in forme impresse nell’amido di mais puro e, una volta pronte e solidificate, spolverate da uno sbuffo di vapore che le lucida prima del confezionamento.
Vi è infine una sala speciale dedicata alle preziose gocce e goccioline di rosolio, conosciute anche come Lacrime d’amore. Piccoli gusci croccanti con un’anima liquida e dolcissima che vengono realizzate con un processo lungo e delicato di canditura.
La fabbrica di cioccolato
Voluto con forza dal Ragionier Monero, il laboratorio del cioccolato è l’ultimo arrivato, o meglio tornato, visto che il cioccolato in casa Leone si era già prodotto in passato. L’impresa è stata andare a recuperare i macchinari storici in giro per l’Europa, riportarli a casa e rimetterli in funzione, per poter lavorare il cioccolato in tutte le sue fasi così come si faceva una volta, in onore della grande tradizione cioccolatiera torinese.
Si parte dalle fave di cacao che vengono selezionate tra quelle caraibiche, con aggiunta di cacao Criollo e Saõ Tomé, tostate e poi macinate fino a formare la massa di cacao, la base di partenza di tutto il buon cioccolato. Dopo la raffinazione meccanica, che dà al cioccolato quella sua consistenza vellutata, viene aggiunto il latte (in polvere) oppure le milk crumbs, deliziose pepite di panna, zucchero e vaniglia da cui nasce il cioccolato al latte mou, l’unico cioccolato al latte che mangio volentieri. E poi c’è il cioccolato grezzo alla pietra, un 70% purissimo senza aggiunta di burro di cacao con una sapore e una ruvidità che non hanno rivali.
Tutto il cioccolato Leone viene concato per 60 ore in conca piana, una macchina che, con l’ausilio di appositi rulli di pietra, massaggia il cioccolato a lungo così da ridurre le acidità, arrotondare i gusti e conferire al prodotto finito la sua tipica texture.
Le confezioni
Tutti i prodotti Leone si fanno ricordare anche per la cura delle confezioni. Le scatole in latta, da quelle storiche a quelle più moderne e prodotte per occasioni speciali, sono inconfondibili, e le classiche scatoline di cartone le riconosci da lontano, tra mille. La cura del prodotto passa anche da questo.
Ci sono addetti che si occupano di appaiare le gelatine di frutta, di posizionare i fondant nei classici pirottini di carta – belli come pasticcini color pastello – di riempire i cubotti trasparenti, i vasi e allestire le irresistibili confezioni regalo. E poi ci sono le macchine che mettono le etichette alle scatoline e – come dicevo all’inizio – anche queste hanno una storia da raccontare, perché prima di abbracciare scatole di caramelle servivano per impacchettare saponette, ora e allora con la stessa precisione e la stessa necessaria dolcezza.
Pastiglie Leone, stabilimento e punto vendita, è in
Via Italia, 46
Collegno (TO)
http://www.pastiglieleone.com/
http://shop.pastiglieleone.com/
Un grazie a Federica Saluzzo di Zuccheramente per aver organizzato e coordinato l’invasione.