Quando abbiamo deciso che la meta delle nostre vacanze 2018 sarebbe stata la Scozia la cosa che più ci siamo sentiti consigliare è stata: “mi raccomando non perdetevi le Ebridi”. Che però sarebbe come dire, a chi viene da turista in Italia, di non perdersi nessuna delle nostre isole grandi e piccole.
Insomma, ci sarebbe piaciuto moltissimo ma quindici giorni sarebbero bastati a malapena per tutto quello che avevamo in mente, andava dunque fatta una selezione. Dopo aver passato l’estate in città a lavorare e a leggere tutto lo scibile sui paesaggi e gli itinerari scozzesi, sognavo di vedere le lunghe spiagge dell’Isola di Lewis e Harris (che ha due nomi ma è un’isola sola), ma fatti i conti con le distanze da coprire e il tempo, che in vacanza non è mai abbastanza, abbiamo deciso per l’Isola di Skye.
Ora, potrebbe anche essere che la stessi sottovalutando, ma l’effetto sorpresa che mi ha regalato quest’isola è pari solo a quello di un regalo quando non è Natale e nemmeno il tuo compleanno.
Come si arriva all’Isola di Skye
Per arrivare sull’isola bisogna risalire le Highlands e mentre lo fai, penserai, come ho fatto io, che se pure Skye fosse una delusione (ma non lo è), il solo viaggio sarà già stato sufficiente a ripagarti di tutto.
Partivamo da Fort William, dove ci siamo fermati giusto il tempo per partecipare a un wildlife safari in barca e van e ci siamo goduti il paesaggio della brughiera che poi diventa lungolago e si snoda per tutta l’estensione di quel lago, il Loch Ness.
Arrivati sulla costa della terra ferma si può scegliere di imbarcarsi con un traghetto o di percorrere il ponte, che è pure gratuito e molto panoramico. In ogni caso, quello che serve, per arrivare e godersi l’isola è un’auto.
La nostra base è stato un adorabile bungalow nel villaggio di Isleornsay e da qui ci siamo spostati, di giorno in giorno, alla scoperta di questo luogo incantato che sembra uscito da una favola d’altri tempi o da un’illustrazione di Brian Froud.
Cose da vedere sull’Isola di Skye
La prima cosa di cui ti rendi conto, arrivato sull’Isola di Skye è che qui il paesaggio cambia radicalmente, i panorami si aprono e il verde intenso delle Highlands si colora anche del viola dell’erica e di terra chiara e rossa.
Anche solo girare e perdersi un po’ è un piacere, ti godi il cielo e la terra, respiri un sacco di aria buona e ti fermi a tutte le piazzole di sosta, perché lasciare tutto questo senza fotografarlo è quasi un affronto. Insomma il fatto di avere la base al sud dell’isola e di essere quindi costretti a spostarci ogni giorno è stata forse la scelta migliore – per quanto dettata dalla comodità – di questa tappa del nostro viaggio.
La storia di quest’isola è antica e sfuma nella leggenda, testimoniata anche dalla lingua gaelica, che qui è ovunque, insieme all’inglese. Tra luoghi incantati e posti che sembrano abitati da spiriti e folletti della natura, giardini, castelli e clan, sembra per davvero di trovarsi in uno di quei poemi epici d’altri tempi.
La città più popolosa è Portree, un centro portuale e turistico che offre qualche scorcio caratteristico di casette colorate vista mare e pesce fresco a volontà. Vale una passeggiata ma non è di certo il posto migliore dell’isola che riserva le sue migliori sorprese solo a chi ha voglia di scoprirle davvero.
Fondamentale, per tutte le escursioni, è attrezzarsi con una buona giacca impermeabile e un cappello o una sciarpa per proteggersi dalla corrente, perché il clima dell’isola è piuttosto variabile e ventoso.
I luoghi delle fate
Fuori dalle città, in posti qualche volta impervi e poco attrezzati si trovano luoghi magici come le Fairy Glen, collinette verdi – poco distanti dalla città di Uig, famosa anche per la sua pottery e per la birra artigianale dell’isola – che sembrano davvero disegnare una piccola città di fate, in riva a un piccolo lago.
In tutt’altra zona dell’isola, ma ugualmente suggestiva, si trova il posto dove certamente questi folletti vanno in vacanza: i Fairy Pools, laghetti di montagna di acqua cristallina dove cascatelle e un verde incredibile creano uno spettacolo che appartiene solo ai libri di favole. Ai laghetti si arriva dopo una camminata di circa 40 minuti, che si snoda attraverso la montagna lungo un percorso semplice e suggestivo.
Ci vorrà una mezza giornata per i laghetti e l’altra mezza per le collinette.
Panorami mozzafiato
Vale la pena di investire una buona mezza giornata per godersi, con tutta calma, l’incredibile vista che si gode lungo il percorso che porta al faro di Neist Point.
La camminata, di gradini e sentieri, si sposta lungo la vallata per poi risalire verso il faro e regala panorami che riempiono gli occhi di una bellezza impagabile fino ad arrivare al faro che si trova in cima a quello che è un vero e proprio fiordo, a 43 m sul livello del mare, affacciato su quel pezzo di mare che separa le Ebridi interne da quelle esterne e Skye dall’isola di Lewis e Harris, che resta nella lista delle prossime mete.
Spostandosi poi in auto, lungo questo tratto di costa, si arriva facilmente a Coral Beach e anche qui ci si può regalare una passeggiata tranquilla, lungo un sentiero contadino che si apre poi su una piccola spiaggia di acque smeraldine, un itinerario di circa mezz’ora per godere fino alla fine della bellezza di questi luoghi.
I castelli e la storia
Dei castelli scozzesi ho sentito tutto e il contrario di tutto. Sono talmente tanti che ai turisti viene offerta la possibilità di acquistare persino un pass per visitarli in una sorta di tour. Noi, che avevamo poco tempo e molta voglia di verde, ci siamo limitati a visitare il castello di Dunvegan e i suoi giardini.
Il castello, tenuto in ottime condizioni, è stato per secoli la dimora del Clan MacLeod e dal 1993 è diventato un museo che racconta la storia di questo antico Clan scozzese. Nel castello sono esposti, insieme al mobilio e ai quadri che sono la fotografia della storia di questa famiglia, anche la fairy flag, una bandiera che si dice donata al clan dalle fate, e un corno di toro che è anche il simbolo della famiglia, cimeli intorno ai quali aleggiano leggende fantastiche.
Se l’interno del castello ha un enorme fascino, la parte migliore è certamente il suo enorme giardino, curatissimo e diviso in molte aree, all’interno del quale sono conservate e catalogate molte specie di piante. È un luogo in cui si respira una grande tranquillità, c’è una zona quasi tropicale intorno a una bella cascata e zone di relax con prati all’inglese e piante che arrivano da mondi lontani. In alcuni casi è possibile, con un piccolo extra da aggiungere al biglietto di ingresso, uscire in barca nella baia del castella a osservare da vicino le foche che, placide e tenerissime, popolano le coste di quest’isola.
Un luogo che sembra non avere fine
Quello che, dopo questi tre giorni, abbiamo capito senz’altro è che probabilmente non basterebbe una vita per sentirsi sazi a sufficienza di un luogo come questo, che anche quando si ripete sembra essere sempre diverso e nuovo e senza fine.
Il paradosso e forse l’incantesimo vero dell’Isola di Skye è che qui, dove il tempo sembra essersi fermato, quello che hai non ti basta mai.