Bistrattata e un po’ oscurata dall’incanto di Edimburgo mi era stata persino sconsigliata da qualche amico che l’aveva trovata scialba e senza particolari interessanti.
Sarà che è stata la prima tappa del nostro viaggio di due settimane in Scozia e sarà anche che non avevo particolari aspettative ma ho trovato Glasgow un bel punto di partenza. È la quarta città più grande del Regno Unito e la più grande della Scozia, è una città portuale e manufatturiera che ha vissuto momenti di crisi in passato ma che al momento mi è sembrata invece essersi ben ripresa. L’ho trovata carina, piuttosto vivace e molto a misura d’uomo.
La nostra base è stata un appartamento bello e luminosissimo nel West End (qui il link per vederla su Airbnb), in una zona residenziale e a dieci minuti a piedi dalla fermata della metropolitana di Kelvingrove Park, perfetta per raggiungere il centro in pochissimo tempo.
Siamo arrivati in città con l’auto noleggiata in aeroporto ma sconsiglio vivamente di usarla per muoversi in città: il parcheggio è poco agevole, spesso limitato nel tempo e parecchio costoso. Spostarsi lungo l’anello della metropolitana è molto semplice e veloce, e la città è servita anche da molti autobus, perfetti per raggiungere anche le zone più distanti (con un biglietto diverso che può essere fatto a bordo).
Il centro della città è idealmente segnato da St. George Square. La piazza è costellata di statue e sul lato est troneggia il Glasgow City Chambers, l’edificio vittoriano che ancora oggi è sede del municipio della città.
Alle sue spalle, si raggiunge con una rapida passeggiata, c’è la Royal Exchange Square, un piazza più piccola al cui centro campeggia il “Royal Exchange”, una struttura architettonica in stile neoclassico costruita a metà dell’800 per ospitare lo scambio di merci e che oggi è sede della galleria di arte moderna di Glasgow, una meta interessante per gli appassionati di arte.
Da una delle due piazze ci si sposta in pochi minuti a piedi verso Buchanan Street. Il viale, interamente pedonale, è di fatto una galleria di negozi di ogni tipo, dai prodotti tipici – come il tweed – ai grandi marchi.
Una mezza giornata è perfetta per perdersi al centro della città e il pomeriggio può essere il momento ideale per andare oltre e regalarsi una passeggiata lungo il fiume Clyde. È il posto perfetto per godere il tramonto visto da uno dei vari ponti (il più bello è sicuramente il Clyde Arc che, quando diventa buio, viene anche illuminato in maniera magistrale).
Per noi la seconda giornata è stata dedicata alla Cattedrale di San Mungo, che si trova un po’ fuori dal centro ma è facilmente raggiungibile a piedi in una ventina di minuti di passeggiata. San Mungo è il santo protettore di Glasgow e in questa chiesa – che oggi è sede di una attiva congregazione cristiana della Chiesa di Scozia – si trova la sua tomba. L’edificio è una vera meraviglia in stile gotico di origine medioevale, ed è tanto bello visto da fuori che all’interno. È divisa in due sezioni, una antica e una più recente che coesistono alla perfezione. La visita è gratuita ed la consiglierei anche a chi non ha particolari interessi religiosi.
Proprio accanto alla chiesa c’è l’accesso alla necropoli di Glasgow, una cimitero vittoriano che si inerpica lungo una collina e che ospita oltre 3500 monumenti funebri. Chi ha già avuto a che fare con questo tipo di cimiteri saprà che gli anglosassoni hanno con la morte un rapporto decisamente differente da quello dei cattolici italiani e che i cimiteri non sono luogo di pianto ma di commemorazione. La necropoli è un luogo magico e pieno di storia. Su molti dei monumenti sono infatti raccontate le vite delle persone che qui negli anni sono state sepolte ed è un luogo di incredibile bellezza. Dalla cima della collina, poi, si può godere di una vista unica sulla cattedrale e sulla città.
L’ultimo giorno a Glasgow – piovoso, e qui non è una novità – è stato dedicato ai musei. Noi abbiamo scelto il Riverside Museum – che è il locale museo dei trasporti – e il Glasgow Science Center. Mete perfette per geek e famiglie con bambini. Entrambi gli edifici si raggiungono facilmente in autobus e sono vicini l’uno all’altro.
Il museo di Riverside è gratuito ed ospita una bella esposizione che racconta la storia dei trasporti, dalle carrozzine per bambini a treni enormi arrivati direttamente dal Sudafrica passando per auto e moto, in cui non manca un pizzico di Italia che in questo è stata maestra. All’esterno è possibile visitare anche la Tall Ship, una vera nave che oggi è attrazione per grandi e piccini.
Il Glasgow Science Center invece è il museo delle scienze. È pensato soprattutto per i bambini che qui troveranno attività pratiche e divertenti di ogni tipo per capire meglio la fisica del mondo che ci circonda, il corpo umano e molto altro. Ospita anche un planetario e nei giorni di bel tempo si può salire in cima alla torre per godere di una vista pazzesca.
I meno geek potranno trovare assai valide alternative visitando i Glasgow Botanic Gardens oppure dedicarsi alla scoperta di arte contemporanea ed emergente al The Lighthouse, un edificio particolare, in centro città, da visitare seguendo una rampa a elica, che ospita un centro per il design e l’architettura.
Per chi volesse godere anche la vita notturna della città, Glasgow è famosa per il suo Pub Crawl, una passeggiata tra pub per gustare ogni tipo di drink. Ci si può organizzare in autonomia, scegliendo i molti pub lungo l’anello della metropolitana, o affidarsi a tour organizzati.
I gourmet non potranno perdersi una sosta per una scottish breakfast discreta o un sontuoso afternoon tea (servito tutto il giorno) in una delle Willow Tearooms (una è proprio su Buchanan Street). La chicca extra è che le tearoom sono state arredate da quel Charles Rennie Mackintosh che poi è diventato il maggior esponente dell’Art Nuveau del Regno Unito.
Imperdibile anche una cena con degustazione al Drygate Brewing Co., il pub che sta giusto davanti allo stabilimento di produzione e in cui la birra arriva servita appena fatta, senza neanche passare dalla bottiglia. Anche la cucina è ottima e il menù è piccolo il giusto per avere abbastanza scelta senza perdersi. Se esistesse una stella per i pub io credo che questo la meriterebbe.
Per una cena easy, accompagnata da ottima birra e sidro e con un servizio delizioso e familiare, consiglio Fault and Blame, piccolo pub che si trova in centro e che offre ottimi panini, comprese varianti vegetariane e vegane, a prezzi popolari e con una qualità sopra la media.
Qualche giornata extra potrebbero garantire maggiore tranquillità e tempo per vivere la città meno da turisti ma tre giorni saranno perfetti per godersela senza fretta e lasciarci un pezzo di cuore.