Da che io abbia memoria ho amato e cucinato. Insieme, come se le due cose non potessero prescindere l’una dall’altra. La cucina, come l’amore, è sempre stata dare e avere tutto. Il cibo, dalla sua preparazione alla sua digestione è per me un’esperienza sensoriale completa. Nel gesto di un naso che si avvicina troppo alla torta e si infarina di zucchero a velo c’è la percezione di quella stessa felicità che sta nella carezza che lo spolvererà, nei morsi la stessa gioia dei baci, sempre così sorprendentemente diversi, ognuno con il suo sapore, con la sua emozione. Nello sfrigolare della cottura quella stessa gratificazione uditiva che sta in una frase sussurata, dolce e morbida come una mousse al cioccolato, sconcia e lussuriosa come una setteveli o confortante e consolatoria come una parmigiana di melanzane. Nell’incontro perfetto di due gusti sta quello stesso sollievo che è solo negli abbracci più belli, e calda sicurezza dentro al velluto di creme e sughi. In un piatto composto con cura lo stesso appagamento per gli occhi di una tela su cui si impastano gradazioni di colori, volumi e spazi. Tutto meravigliosamente insieme. E il bello è che in cucina tutta questa felicità la puoi chiudere in un contenitore tapperùer e tenertela un po’ da parte, per il giorno dopo. Se poi la trasformi in foto, e parole allora sarà eterna.
Così anche se non ho un robot da cucina, un’impastatrice, la mandolina, la spatola di silicone, la tortiera con la cerniera che si apre e nemmeno il batticarne, ho i fàmuffin di silicone colorati, la parannanza di ellòchitti e un fudblòg, da questo momento.
A te che amo di un amore rotondo e accogliente come un cucchiaio, che sei cucina e sei sentimento e che mi hai appoggiato e regalato tutto questo. Grazie. ♥