Rispetto. Sentimento e comportamento informati alla consapevolezza dei diritti e dei meriti altrui, dell’importanza e del valore morale, culturale di qlco. (da Corriere della sera – Dizionari)
Ho fatto del rispetto uno dei cardini fondamentali su cui costruire il mio mondo e la mia vita. Rispetto per gli altri, rispetto per le diversità, rispetto per le idee e i pensieri, per i sentimenti, per le persone, gli animali, le cose e rispetto per sé stessi, soprattutto. E non può prescindere da questo rispetto anche quello che quotidianamente riempie piatti e pancia. Rispettare ciò che ci nutre vuol dire conoscerlo, capirlo e quindi goderne appieno. Perciò se ho scelto di portare sulla mia tavola frutta e verdure di stagione, di acquistarla il più possibile a km0 o comunque da coltura sostenibile è anche per questo.
Mangiare cibo che è stato amato e coltivato con cura non vuol dire solo avere in tavola prodotti più saporiti, che hanno avuto il loro tempo per acquisire dalla terra tutte le sostanze di cui hanno bisogno, meno inquinati da sostanze che invece aiutano a far crescere i prodotti fuori stagione e anche meno inquinanti poiché generalmente le primizie arrivano dall’altra parte del mondo viaggiando per molti chilometri, ma vuol dire anche comprendere e –
in qualche modo – sentire la fatica della terra che là fuori, sotto ogni genere di cielo, non fa che amarci senza condizioni e alimentarci di nuova vita e questo, per me, dà un significato diverso anche a quelle materie prime che finiscono per essere più comunemente ignorate o bistrattate.
Cavolfiori, cardi, verze, broccoli, radicchi, spinaci, bietole, cose che fanno storcere il naso. Verdure che o si amano o si odiano m la meraviglia che ci si nasconde delle quali non si può negare la meravigliosa bellezza ed eleganza.
Quindi – tutto questo preambolo luuuuungo per dire che – la mia sfida per qualche giorno sarà questa: mostrarti quanto di bello e buono (e profumato!) si può creare in cucina anche a febbraio con un po’ d’amore e con la ricetta giusta.
Cominciamo con il radicchio. Appartiene alla famiglia delle cicorie ed esiste in molte varietà, a foglia variegata o più comunemente a foglia rossa nelle varietà Chioggia, Treviso e Verona. A dargli il tipico sapore amarognolo sono le stesse sostanze che lo rendono anche un alleato prezioso per la digestione e la depurazione. Contiene pochissime calorie ma molte vitamine, fibre e sali minerali.
Si mangia sia crudo, in insalata, che cotto e si abbina davvero bene con le carni rosse e saporite. Te lo avevo già proposto tempo fa con la pasta e la salsiccia oggi invece voglio raccontarti come utilizzarlo per preparare un risotto gustosissimo con lo speck, una vera leccornia!
Risotto con radicchio e speck
Ingredienti
Per 2 persone
- 50 g di speck a dadini
- 2 piccoli radicchi rossi della varietà che preferisci
- 150 g di riso
- Cipolla
- Olio EVO o burro
- 500 ml di brodo vegetale
- Mezzo bicchiere di vino bianco o rosso
Procedimento
Pulisci il radicchio. Dividilo in foglie, lavale e asciugale con un panno pulito o con una centrifuga per insalate quindi taglialo a listarelle.
In un tegame fai soffriggere a fiamma dolce, in olio EVO o burro, lo speck tagliato a dadini e un cucchiaio di trito grossolano di cipolla.
Quando la cipolla sarà appassita aggiungi il radicchio e lascialo stufare per una decina di minuti fino a che avrà perso gran parte del suo volume.
A questo punto metteti in caldo il brodo a fiamma dolcissima e aggiungi il riso al tegame dove sta cuocendo il radicchio.
Fallo tostare rapidamente, sfuma con un mezzo bicchiere di vino (bianco per un profumo più delicato, rosso se desideri un piatto dalla struttura corposa).
Quando non si sentirà più l’odore dell’alcool comincia a bagnare il riso con il brodo, poco alla volta in modo che sia appena coperto di liquido fino a portarlo a cottura.
Spegni il fuoco, lascia riposare qualche secondo poi manteca con un filo d’olio o un pezzetto di burro aggiungendolo al tegame e mescolando con cura.
Valeriotta dice
Uno dei miei preferiti!! <3