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Toccasana, il piacere dell’amaro in bocca

Scritto il 30 Maggio 2017 Lascia un commento

Vista sulle Langhe da Cessole

Lo scorso fine settimana sono andata nelle Langhe, nel pieno della zona del Moscato, a scoprire ancora un po’ delle sue tradizioni. Che questo per me sia un luogo del cuore ormai non è certo un mistero, dopo essermene innamorata perdutamente, al punto di aver persino deciso di sposarmi proprio tra quella bellezza ci sono tornata spesso e ho scoperto, ogni volta, qualcosa di nuovo che ha saputo stupirmi e regalarmi buone sensazioni.

È una zona questa, incastonata come un gioiello tra l’astigiano e il cuneese, ricchissima di storia. Una terra di persone operose che hanno saputo prenderne il meglio e valorizzarlo, gente che si è fatta custode del sapere locale e di un territorio che solo grazie a questo possiamo oggi godere e scoprire.

Così è anche per la famiglia Toso che da generazioni gestisce la Toso Spa di Cossano Belbo. L’azienda si occupa di produzione vitivinicola dal 1910, oggi è diretta da Gianfranco, Piero e Massimo Toso, e con i suoi 38 milioni di fatturato e una produzione di circa 150 mila bottiglie al giorno ha comunque conservato un forte carattere familiare e mantenuto quella cura e attenzione che spesso stabilimenti e imprese così grosse rischiano di perdere.

All’interno dell’azienda vengono custoditi con cura, in un piccolo museo di tre sale, i macchinari e gli utensili che hanno fatto la storia di questa famiglia. Particolarmente bella è la sala dedicata al vermouth al cui centro campeggia il tavolo dell’erborista su cui sono raccolte erbe ed essenze che è possibile toccare e annusare per una vera esperienza sensoriale. Sulle pareti, sotto le volte di mattoni, file e file di bottiglie che raccontano l’evoluzione del prodotto.

Museo Toso

Museo Toso
Museo Toso
Museo Toso

Museo Toso

Un passo oltre la tradizione, invece, c’è un’azienda moderna e attenta a tutti gli aspetti della produzione, che oggi, grazie impianti fotovoltaici e all’utilizzo di biomasse si autosostiene per circa il 40% del consumo di elettricità e che riesce a trasformare i fanghi di produzione in nuovo hummus che fertilizza le nuove colture, nel pieno rispetto di un territorio preziosissimo.

La Toso SPA oggi produce vini, in special modo spumanti, vermouth torinese, una linea di vodka aromatizzata ma soprattutto uno dei prodotti più tipici e amati delle Langhe: l’amaro Toccasana di cui ha raccolto l’eredità e continuato la tradizione, seppur in una veste più moderna con una nuova bottiglia che ne valorizza densità e colore e una serie di proposte che l’hanno rilanciato anche tra i più giovani e fuori dal suo territorio.

L’amaro Toccasana nasce in una antica – e ancora esistente – erboristeria di Cessole, creato da Teodoro Negro, un personaggio intorno al quale si sono raccontate molte buone storie. Un erborista precocissimo e assai dotato che ha servito la sua comunità fino alla fine dei suoi giorni e che ancora oggi vive nei cuori degli abitanti di questa borgata e nei figli e nipoti che ne portano avanti il lavoro.

L’erboristeria si presenta oggi come allora come un piccolo luogo di benessere e, seppure con continui ammodernamenti e ristrutturazioni, è rimasta quella che era, conservata in tutta la sua delicata bellezza. Il piccolo locale è circondato da piante aromatiche fresche che crescono lungo il greto del fiume Bormida e La dott.ssa Piera Matilde Negro e la dott.ssa Enrica Maria Marchioni da dietro al bancone dispensano profumati e preziosi consigli a chiunque desideri consultarle.

Erboristeria Negro - Cessole
Erboristeria Negro - Cessole

Il Toccasana, che qui vide i suoi natali, oggi viene realizzato con un’infusione a freddo di ben 37 erbe diverse ed è questo a renderlo con un prodotto unico con un sapore particolarmente aromatico e speziato. Non è solo un digestivo ma un piccolo piacere amaro, di quelli che piacciono molto anche a me, che sono invece un’amante dei liquori più dolci. Le note amarognole si rivelano al palato un piccolo piacere dissetante che chiudono perfettamente un buon pasto in compagnia accompagnando il successivo momento di relax. L’ho trovato perfetto come fine pasto, dopo una mangiata langhetta al Ristorante Madonna della Neve di Cessole, un pranzo di quelli che iniziano con il vitello tonnato e, passando attraverso i ravioli del plin serviti al tovagliolo ti fanno atterrare su un tris di dolci che non lascia scampo: torta di nocciole classica, tiramisù al moscato e fragolata.

Vini Toso - Ristorante Madonna della Neve
https://www.brododicoccole.com/wp-content/uploads/2017/05/plin_al_tovagliolo.mp4
Amaro Toccasana

È un prodotto molto versatile che può essere bevuto liscio oppure essere protagonista di punch caldi, nella stagione fredda o di drink contemporanei e di tendenza. Il suo sapore unico e rotondo, un po’ nostalgico senza essere retrò, lo rende perfetto per inventare e reinterpretare cocktail e aperitivi pre e after dinner donando loro una nota insolita. È sufficiente dell’acqua tonica o una cedrata e una manciata di cubetti di ghiaccio per ottenere risultati davvero sorprendenti e per gli appassionati di mixology moderna, sul sito internet dedicato a questo prodotto, c’è un intero ricettario di drink da realizzare con l’amaro Toccasana realizzato in esclusiva da Stefano Armiento.

Amaro Toccasana

Grazie a questo rilancio oggi l’amaro Toccasana è anche di tendenza, protagonista di eventi dedicati. Si trova facilmente in tutto il nord ovest ma è apprezzato anche nel sud Italia e la mappa del gusto viene costantemente aggiornata con nuovi punti vendita e locali in cui è possibile gustarlo. In ogni momento e da ogni parte del monto è possibile acquistarlo comodamente dallo shop online Toso.

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Valentina

Creo, cucino, fotografo, scrivo. Sono una web writer, food stylist e fotografa freelance.
Amo il cioccolato nocciolato, camminare a lungo, la letteratura per ragazzi e i gatti rossi. Credo nei carboidrati, nella felicità e nell'organizzazione.
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Sono abituata a pensare alla vita e al cibo come a Sono abituata a pensare alla vita e al cibo come a qualcosa di fluido, difficile da incasellare. Sono - siamo - cambiamento costante, anche quando non ce ne accorgiamo, quindi come potremmo etichettarci? Io non sono una che ha mai amato la carne, però adoro da sempre le frattaglie, vado pazza per i formaggi ma non toglietemi i broccoli.  Potrei definirmi reducetariana, per il tipo di abitudini che ho da qualche anno, ma non mi sento di stare dentro a un contenitore. Così ho riflettuto a lungo prima di condividere qui, con voi, il mio #veganuary. Volevo che arrivasse l'idea che si possono aggiungere dei piatti interamente vegetali alla nostra dieta senza necessariamente fare sacrifici, che provare nuovi ortaggi è una ricchezza, che i piatti vegetali non sono per forza tristi (e neanche sani!) e soprattutto ci tenevo a raccontare, in pratica, che si può fare cucina vegetale anche senza precotti, senza ingredienti strani ed esotici e praticamente senza soia. In questi 20 giorni abbiamo preparato insieme dei fantastici ravioli cinesi, che vi sono piaciuti un sacco, zuppe, vellutate, confortanti paste e fagioli, burger di cereali e questo spezzatino, pazzesco anche senza un solo grammo di derivati animali.
Grazie per esserci stati, per aver accolto questa condivisione così positivamente, per l’entusiasmo, per aver fatto domande e per aver portato i vostri contributi. Il veganuary non è che un pretesto per sperimentare e capire, per empatizzare con certe scelte e smettere di giudicarle e per provare a creare nuove abitudini, ricette e sapori da portarsi dietro per il resto dell'anno.
A 1/3 di cammino dalla fine, con i DM intasati di foto delle mie ricette veg nelle vostre cucine, posso dirmi felice di essere stata la scintilla di questo piccolo cambiamento, di aver ispirato una visione diversa della cucina in verde e soprattutto di aver portato un modo nuovo di cucinare tra i vostri fornelli, aderendo alle vostre richieste e provando a darvi nuove ispirazioni, mettendomi nei vostri panni, senza volervi insegnare come cambiare il mondo ma provando a farlo insieme, adesso ❤️
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La ricetta dello spezzatino di funghi è sul blog, link in bio 👉🏻 @valefatina
Il giorno del mio compleanno, da che abbia memoria Il giorno del mio compleanno, da che abbia memoria, è un giorno che mi appartiene, in cui posso fare ciò che desidero e in cui mi dedico tempo e cura e un dolce, ovviamente. Il dolce del mio compleanno è diventato un rito, qualcosa  a cui penso con mesi di anticipo, è un progetto lento fatto di desideri e voglie, di auto ascolto, soprattutto. L'idea che per un giorno all'anno, almeno, io possa sentirmi meno travolta dagli eventi, meno impegnata a giudicarmi e a condannarmi a fare di più, meno presa da tutto quello che non so e non posso fare è una tale luce che, per il mio compleanno, mi concedo spesso di fare quello che non so fare, di sbagliare e riprovare. Così questo paris-brest al cioccolato con croccante di nocciole sarebbe stato il dolce del mio compleanno di ieri, se distratta, non avessi sbagliato completamente la cottura della pasta choux e non avessi dovuto rifare tutto. Avrebbe potuto essere subito, ma in fondo, questa volta, il regalo è stato avere (quasi) due giorni per me. E forse quando ti avvicini così pericolosamente ai quaranta come me, più luce è quello che serve. E serve zucchero a velo, quello sempre, abbondante, su tutto.
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La ricetta del paris-brest al cioccolato con croccante di nocciole è sul blog, al link in bio 👉 @valefatina
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Valentina, 39 anni oggi. Ma potrebbero essere 390 Valentina, 39 anni oggi. Ma potrebbero essere 390 perché è giovedì sera e al giovedì sera l'artrite mi morde forte. Artrite, appunto, psoriasica, come compagna di vita da molti anni. Una passione smodata per tutto quello che si mangia, fin dal principio dei tempi, che poi è il motivo per cui una decina d'anni fa ho smesso di mangiare surgelati e mi sono messa persino a cucinare. Cucinatrice anarchica, rimescolatrice di cambiamenti e rivoluzioni, impastatrice di desideri e fotografa per lavoro, perché a noi che facciamo tante cose ci piace il pensiero di poterlo fermare, qualche volta, il tempo. Fotografo il cibo perché le persone si muovono.
Motivatrice di orchidee e cactus, sferruzzatrice di cappellini, maglioni e coperte, acquerellatrice senza talento, camminatrice di parchi e giardini botanici. Dei miei viaggi mi ricordo sempre il sapore.
In una vita passata devo essere stata un topolino, perché in questa amo il formaggio come chiunque altro potrebbe amare un regalo prezioso. Per fortuna di essere come gli altr* non me n'è mai importato molto perciò, davanti al mio Cartier di Stilton (che è chiaramente il cibo degli dei), buon compleanno a me, cento di questi formagg... ah no, ma sì dai! 🧀🥳🥂
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Il vassoio è un regalo di mio marito, acquistato da @latteriabera ❤️
Non sto vedendo le amiche, gli amici e i parenti, Non sto vedendo le amiche, gli amici e i parenti, non sto uscendo, neanche per la spesa (e qui devo farmi pat pat per aver creato una mia rete di banchi al mercato che conosce anche mio marito), non sto organizzando nulla che non sia il lavoro delle prossime settimane ma ehi, è gennaio, ed è il mese della cucina vegetale. Non sarà esattamente una vida loca, ma pure questo giocare a mangiare in modo diverso ha un suo perché, specialmente quando fai cose buone, in tutti i sensi. Il cibo è rivoluzione quotidiana e se dentro un pentola puoi cambiare il mondo, anche quella è un’avventura 🌍 ❤️🌈
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La ricetta degli stick di ceci con il ketchup fatto in casa è sul blog, al link in bio 👉🏻 @valefatina 
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Noi oggi stiamo insieme da 10 anni (DIECI 😱) e Noi oggi stiamo insieme da 10 anni (DIECI 😱) e siamo ancora qui a chiederci come sia possibile che il tempo sia passato così in fretta. Insieme siamo andati al mare, in montagna, al sud e al nord ma soprattutto, insieme, siamo andati avanti, siamo cresciuti, ci siamo sorretti e sospinti, quando è stato necessario. Abbiamo preso decisioni complicate, fatto scelte impopolari e anche qualche colpo di testa. Siamo due teste dure e non potremmo essere più simili e più diversi, ed è forse questa la nostra più grande risorsa. Abbiamo discusso di tutto e riso di niente, come fanno i bambini, abbiamo fatto le regole, come fanno gli adulti. Non abbiamo mai parlato di futuro ma lo abbiamo sempre costruito, un giorno per volta. Abbiamo progettato di vivere a Berlino, a Edimburgo, a Londra, a New York e poi abbiamo comprato casa a Torino. Potremmo andare ovunque, tu e io, ora lo sappiamo, ed è per questo che abbiamo scelto di restare. Perché non conta dove appoggi il dito su una cartina ma chi ti tiene stretta la mano mentre lo fai. Conta trovarsi a casa, non importa dove, insieme a te ❤️
Alla resa dei conti non è che mi paia così neces Alla resa dei conti non è che mi paia così necessario fare i conti. Vale di più aver comprato casa o una pandemia globale? Quanti punti aggiunge al bilancio l’essere stata sempre in ritardo su quello che facevano tutti? E quanti ne toglie la capacità di rialzarsi, nonostante la mancanza di prontezza? Insomma io non lo so e non ho neanche voglia di mettermi a fare la trigonometria con la vita. Avrò trentanove anni tra 14 giorni, questa è la mia faccia sbattuta da troppa stanchezza, con la fascia per coprire i capelli sempre pazzi, coi piedi per terra anche quando i piedi mi fanno male. Non sono stata brava e neanche cattiva ma credo ancora a Babbo Natale, credo all’anno nuovo e credo in me, anche quando mi sembra di non farcela granché.
E questo vi auguro per il 2021: poche cose, ma abbastanza importanti da valere anche senza mettersi a contare. Buon anno, buon domani, buon futuro ❤️🌈🌟
Chiudere le #coccoledinatale è un’esperienza a Chiudere le #coccoledinatale è un’esperienza a metà tra la disperazione e la liberazione. In 24 giorni fai in tempo ad abituarti e affezionarti. Diventa parte di me il controllare che tutto sia partito, che Mailchimp abbia fatto il suo dovere, che il blog non sia andato in crash, e ancora prima preparare le ricette e, a ritroso, pensarle, scegliere, scartarle. È un frullatore - nel senso che mi fa sentire come se ci stessi dentro - eppure quando arrivo in fondo, un attimo dopo aver tirato il fiato, non riesco a non pensare “e domani?”. Ho riempito questi due giorni di “vuoto” con molta musica natalizia, molti acquerelli, molti film, molto lavoro a maglia, un numero decente di passi, un numero indecente di calorie e un numero infimo di ore di sonno. Ora è il momento di dire grazie. Mi piacerebbe farlo personalmente, mi piacerebbe che ci fossero abbracci e baci veri, ma cercherò comunque di includervi tutt* qui:
- 123.000 volte grazie per aver letto le ricette del calendario
- 2.900.000 volte grazie per averle trovate o aggiunte su Pinterest
- 853 volte grazie a chi si è iscritto per ricevere le email di Natale
- 2471 volte grazie per aver risposto a quelle email
- centinaia di volte grazie per i DM ricevuti su Instagram ogni giorno
- un numero inimmaginabile di volte grazie per aver dato un valore enorme alla fatica che questo progetto inevitabilmente richiede.
Grazie per esserci stat* per la prima volta e per esserci da sempre, grazie per le ricette ricevute, per il supporto, per la presenza, per l’affetto, per le belle parole e per la condivisione di pensieri, riflessioni e preparazioni. La cucina ha questo potere qua, di tenerci tutti insieme e allora teniamoci stretti ancora per un attimo ❤️
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L’ultima piccola gallery (swipe verso sinistra per sfogliarla) riassume le ultime otto ricette di questo Natale. 364 giorni al prossimo 🌟🎄❤️
Per quanto diverso, per quanto inconsueto, per qua Per quanto diverso, per quanto inconsueto, per quanto strano, per quanto più, per quanto meno, per quanto troppo o troppo poco, buona vigilia di Natale. C’è poco di giusto da dire in un Natale così ma, comunque vada, prendetevi il tempo di viverlo, concedetevi tutte le emozioni possibili, non sentitevi sbagliat* o inadeguat*, riposate, abbiate cura di voi ❤️
La vera verità è che ho mille foto di biscotti e La vera verità è che ho mille foto di biscotti e zero cose da dire quindi: biscotti! Che comunque qualche volta - specialmente quando è quasi Natale - sono l’unica cosa che serve, dai 🎄❤️🌟 
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