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Lievito madre: come gestirlo, conservarlo e usarlo

Scritto il 4 Giugno 2020

Che sia nato da zero, impastando acqua, farina e attesa, o che sia arrivato in regalo da amici, conoscenti o fornai, il lievito madre va custodito e curato, come una “creatura” viva (in realtà è un insieme di creature, una coltura di lieviti e batteri lattici, ma se dovessimo dare un nome a tutti faremmo notte, per quantità!). In questo articolo vedremo come prendercene cura e come imparare a conoscere il nostro lievito madre per riuscire a conviverci a lungo e con gioia.

Ho raccolto qui le domande che più spesso ho ricevuto in questi mesi, da quando ci siamo imbarcati insieme, su Instagram e poi qui, a farne uno da zero e poi arrivare a farci pane, grissini, focacce e cose buone. Se hai domande extra, che non trovano risposta qui, lasciale al fondo di questo articolo e sarò felice di rispondere.

Ho il lievito madre. E adesso che faccio?

La prima cosa è analizzarlo e valutarne lo stato di salute. Intanto è facile verificare se si presenta come un panetto solito o una poltiglia liquida. Il primo è solitamente un lievito madre idratato al 50% (quello che utilizzo anche io), il secondo può avere idratazioni differenti che vanno dal 70% a oltre il 100% e di solito si identifica come “LiCoLi” cioè lievito in coltura liquida. Il modo di trattarli è grosso modo simile ma in questo articolo faremo sempre riferimento al lievito madre idratato al 50%, quello in panetto.

Idratazione? Che vuol dire?

Un impasto si dice idratato al 50% quando il peso dell’acqua è esattamente metà (il 50%, appunto) del peso della farina. Questo vuol dire che 120 g di lievito madre (il peso è di esempio) contengono sempre 80 g di farina e 40 g di acqua. Per individuare questa quantità è sufficiente ricavare per la farina i 2/3 del peso totale del lievito e per l’acqua 1/3 rimanente. L’operazione matematica è semplice: si divide il peso per 3, quel numero di moltiplica per 2 per ottenere il peso della farina e per 1 per ottenere il peso dell’acqua. Se stiamo lavorando con un lievito con idratazione differente bisognerà adattare tutte le proporzioni.

Come faccio a sapere se il mio lievito è sano?

Prima di utilizzarlo e conservarlo dobbiamo valutare se il lievito madre è sano. Un lievito madre sano si presenta di un colore adeguato alla farina con cui è stato creato (quindi potrebbe essere più scuro nel caso di farine integrali o di cereali particolari), senza macchie più chiare o più scure all’interno e senza presenza di muffe. In presenza di muffe è necessario gettarlo via.

L’odore di un lievito madre sano sa di pane, con una leggera punta acida, un lievito che abbia un forte odore d’aceto o di formaggio è squilibrato e prima di poter essere utilizzato occorre curarlo affinché ritrovi il giusto equilibrio di microrganismi al suo interno.

In ultimo il lievito madre deve triplicare il proprio volume dopo il rinfresco in 3-4 ore.

Rinfresco? Che cos’è e come si fa?

Come una creatura viva il lievito madre va nutrito con costanza, di con acqua e farina a sufficienza da garantirgli nuova energia e mantenere la sua idratazione. Il lievito madre idratato al 50% si rinfresca con metà peso in acqua e stesso peso di farina. Cioè si preleva la porzione di lievito da rinfrescare e si pesa. Si calcola la metà di quel peso per l’acqua e lo stesso peso per la farina. Si riunisce tutto in una ciotola e si impasta a mano o con una impastatrice.

Una volta rinfrescato, il lievito deve essere riposto in un barattolo con un coperchio senza guarnizione, in modo che i gas emessi durante la fermentazione non ristagnino e ci possa essere una minima ossigenazione, pur preservandolo da contaminazioni. Il barattolo deve essere lavato ad ogni rinfresco senza sapone (che potrebbe compromettere l’equilibrio costruito con tanto impegno), solo con acqua ben calda e strofinato per eliminare ogni residuo, quindi asciugato con cura.

Ogni quanto lo rinfresco?

Se conservato a temperatura ambiente il lievito madre va rinfrescato ogni 24 ore. Si può conservare in frigorifero a patto che sia un lievito sano ed equilibrato e, in quel caso, si può rinfrescare ogni 5-7 giorni. Se si vuole rinfrescare più spesso, il lievito non ne avrà a male. Nel caso di rinfreschi consecutivi bisogna sempre aspettare che siano passare le 3-4 ore previste.

Dove lo conservo?

Si conserva in un barattolo, adeguato alle sue dimensioni, meglio se con base stretta e abbastanza alto, che gli permetta di sviluppare verso l’alto, aiutandolo a mantenersi in forma. Si può usare un barattolo riciclato, meglio se di quelli a cui puoi togliere la guarnizione, per evitare contaminazioni ma permettere un minimo passaggio dei gas prodotti dall’interno e dell’ossigeno dall’esterno.

Se lo tieni a temperatura ambiente tienilo al riparo da fonti di umidità e calore o freddo eccessivo. Se lo tieni in frigorifero mettilo sul ripiano più alto, in modo che non sia troppo al freddo. Lì dovrebbe triplicare molto lentamente, tra i 5 e i 7 giorni. Se dovesse triplicare più in fretta, si può rinfrescare nuovamente e mettere su un ripiano più in basso. Ogni frigorifero ha caratteristiche particolari ma è sempre vero che il calore tende ad andare verso l’alto.

Quando si tiene il lievito in frigorifero occorre estrarlo dal frigo con qualche ora di anticipo rispetto al rinfresco, in modo che torni a temperatura ambiente. Va invece messo in frigo subito dopo il rinfresco.

Prima di decidere di mettere un lievito madre in frigorifero è meglio valutarne bene lo stato di salute e provare a impastare almeno un pane, per valutarne i risultati.

Il mio lievito è diventato tantissimo!

Non è sempre necessario rinfrescare tutto il lievito, ANZI. Bisogna tenere conto che a ogni rinfresco il lievito aumenta il suo peso moltiplicato per 2,5, quindi si fa in fretta, partendo da 100 g a ritrovarsene 250 g e poi 625 e siamo solo al terzo rinfresco. Di solito si rinfresca una quantità adeguata agli usi successivi che ne faremo e ad essere contenuta dal barattolo in cui lo teniamo.

Faccio un esempio concreto: io faccio il pane semplice circa una volta a settimana. Tiro fuori il mio barattolo dal frigo poi ricavo dal cuore 50 g di lievito, li peso in una scodella, saranno quelli che rinfrescherò e metterò di nuovo in frigorifero. In una seconda scodella metto circa 27 g di quello che resta nel barattolo che una volta rinfrescati saranno gli 80 g che mi servono per la mia ricetta. Quello che avanza posso rinfrescarlo separatamente per fare altre ricette oppure utilizzarlo come esubero – cioè avanzo ancora sano – per fare ricette più rapide, poiché il lievito non rinfrescato non è adatto a lunghe lievitazioni.

Rinfresco i 50 g che diventeranno 125 g e li metto nel barattolo pulito e subito in frigo. Rinfresco i 27 g e li lascio a triplicare a temperatura ambiente in una ciotola separata. Faccio tante ciotole quanti sono gli impasti che devo preparare. Con l’esubero faccio piadine o crackers oppure, se non ho altro da fare, semplicemente getto via (è evitabile ma, quando si tratta di pochi grammi, piuttosto che sprecare altri ingredienti per preparazioni che poi non mangeremo, preferisco così).

Come faccio a sapere quanto lievito devo rinfrescare per le mie ricette?

Nelle ricette con lievito madre – salvo dove espressamente indicato – si parla sempre di lievito madre già rinfrescato e triplicato in volume. Per sapere da quanto lievito partire si deve dividere il peso indicato per 2,5 (sempre che si parli di lievito idratato al 50%). Il levito – come tutto nell’universo – non è in grado di generare materia del niente, una volta rinfrescato non prende peso, prende solo volume. Se il peso prima di triplicare è di 100 g, peserà 100 g anche dopo aver triplicato il suo volume.

Come fare se il lievito ha cattivo odore o macchie?

Se il lievito presenta muffe, macchie scure e puntini all’interno che non siano causati dalla farina è da buttare. Senza se e senza ma. Una eventualmente muffa potrebbe compromettere il risultato del nostro lavoro con l’impasto o, peggio, compromettere la nostra salute se inalata o ingerita.

Se invece il lievito presentasse un forte odore di aceto o di formaggio è necessario intervenire per rimetterlo in sesto. Lo squilibrio può essere causato da molteplici fattori: dal freddo del frigorifero a un cambio di acqua o farina e generalmente si può normalizzare semplicemente facendo rinfreschi più frequenti e avendo pazienza di farli per più giorni. Esistono altri metodi come la legatura o il bagnetto in acqua e zucchero ma sono tecniche che richiedono un certo rigore e una buona conoscenza scientifica e dunque sconsiglio l’applicazione a chi non fosse formato in materia. Il rinfresco costante è più semplice da applicare e alla portata di tutti.

E come faccio per le vacanze?

Quando si ha necessità di assentarsi da casa per più di una settimana, il lievito potrebbe patire (chiedetelo a quello che se n’è andato durante il mio viaggio di nozze!). Un’opzione potrebbe essere quella di portarselo dietro, se si va in vacanza in un appartamento o in camper, potrebbe tornare anche utile per preparare qualche lievitato strada facendo.

Diversamente si potrebbe lasciare in custodia a un amico o un parente con istruzioni chiare su come fare. Infine c’è chi decide di fare un rinfresco con peso doppio o triplo di acqua e farina, per dare più nutrimento al lievito, lasciato sempre in fresco, in frigorifero.

Negli anni ho scoperto che c’è anche chi azzarda a congelarlo o essiccarlo per poi sbriciolarlo ma questi metodi non assicurano sempre che il lievito possa poi tornare in forma. Quindi si possono tentare mettendo in conto un eventuale fallimento. A quel punto si può fare un lievito madre da zero o chiedere a qualcuno di regalarcene un pezzo e ripartire a impastare.

Hai ancora dubbi sul tuo lievito madre?

Lascia un commento sotto questo articolo e ne parleremo qui, o nei prossimi articoli :)

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Salvato in: Altri articoli, Lievito madre Ingredienti: Pasta madre

Valentina

Creo, cucino, fotografo, scrivo. Sono una web writer, food stylist e fotografa freelance.
Amo il cioccolato nocciolato, camminare a lungo, la letteratura per ragazzi e i gatti rossi. Credo nei carboidrati, nella felicità e nell'organizzazione.
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Ok, sto ufficialmente contando i secondi. Il menù Ok, sto ufficialmente contando i secondi. Il menù della settimana è tutto pensato per essere gustato sul divano (sul blog c'è una raccolta apposita per fare altrettanto 😉): da domani sera tuttǝ incollatǝ al #festivaldisanremo .

Che - ok - è la città dei fiori, ma parliamo soprattutto del fatto che è anche la città della focaccia nella regione della focaccia e questa è quella rossa, con acciughe, olive taggiasche e capperi. Si chiama sardenaira ed è una vera bombetta 💣. 

Spero non ne abbiano a male i liguri, ma in attesa della prossima gita, ho provato a rifare in casa quella che ho mangiato in riva al mare e che era una vera sinfonia 🎼.

(In totale anarchia posso assicurare che anche senza acciughe ma con abbondanza di olive e capperi è perfetta anche in versione vegan)

Ideale da infornare per domani sera, omaggi all'orchestra, saluti a casa e per noi bouquet di carboidrati, grazie 💁🏻‍♀️.

La ricetta è sul blog, al link in bio cliccando qui 👉🏻 @valefatina e nelle storie di oggi

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Possiedo pochi talenti, uno è sicuramente quello Possiedo pochi talenti, uno è sicuramente quello di ricordare tutte le canzoni delle più - ad oggi - sconosciute meteore transitate dal #festivaldisanremo (ciao Alessandro Errico, ciao Leandro Barsotti, ciao Lisa 👋🏻) , l'altro è quello di cucinare cose buone anche quando tra frigo e dispensa, a fine settimana, non ci è rimasto poi molto.

Dice, fai quello che sai fare meglio e allora eccomi qua, a cantare parole e musiche che probabilmente non ricorda più nemmeno chi le ha scritte e cucinare con quello che c'è: polpettine di riso e formaggio spalmabile, perfette per riempire i momenti noiosi delle serate del prossimo festival della canzone italiana, ma pure come cena per stasera. 

Bastano un pugno di riso, l'avanzo di formaggio spalmabile sul fondo del frigo e l'ultimo uovo della confezione.

Io le ho preparate con l'ormai mitica e immancabile combo Instant Pot e friggitrice ad aria, ma sul blog, al link in bio cliccando qui 👉🏻 @valefatina, e nelle storie di oggi trovi la pagina con tutte le spiegazioni, anche per la cottura classica.

Nei commenti citazioni di canzoni e cantanti sanremesi dimenticati a piacere (sì, è una sfida) 😬🎼

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🎤 Manca una settimana all'inizio del #festivald 🎤 Manca una settimana all'inizio del #festivaldisanremo ed è il momento di far cantare - di gioia e fame, of course - anche i palati e le pance più esigenti con questa carrellata di ricette dedicate proprio al festivalone nazionalpopolare più amato (e odiato) di questa fetta di mondo.

🛋 Divano comodo, tv accesa, gli indispensabili commenti alla Dagospia su Twitter e il cibo necessario a sopravvivere alle cinque serate più lunghe dell'anno.

📺 In questa raccolta abbiamo sfizietti di ogni tipo - dalle frittelle all'hummus di ceci - idee per insalate, panini, tramezzini, focacce e fondamentali dolcetti, tutto il necessario per godersi direttamente dal divano in famiglia e tra amici, l'unico momento dell'anno capace di incollare alla tv anche i più refrattari come me.

🎼 Zero mondanità, cover da millenial cantate a squarciagola con le amiche, cibo a volontà e risate da pazzi. E ovviamente team Mengoni, ci mancherebbe ❤️. Ecco il mio piano per la prossima settimana, e il tuo qual è? Raccontamelo qua sotto nei commenti 👇🏻

La raccolta di tutte le ricette da divano di Brodo di Coccole è al link in bio cliccando qui 👉🏻 @valefatina, e nelle storie di oggi (e stay tuned per le prossime 🔔 )
Lotta dura alla bollitura! Con l’articolo di ogg Lotta dura alla bollitura!
Con l’articolo di oggi vorrei urlare a piena voce che questo scempio di buttare tutto nell’acqua bollente deve finire. Basta verdure mollicce, tristi e senza colore, basta pesce sfibrato e secchetto, basta cibo senza dignità.

Rivalutiamo l’acqua bollente con la cottura a vapore che invece, per sua natura è più dolce, delicata e anche nutrizionalmente vantaggiosa. Sul blog ho scritto pezzo in cui vi racconto come sfruttarla al meglio e con quanti strumenti è possibile effettuarla, con vantaggi e svantaggi del caso. 

E c’è pure la tabella manoscritta dalla sottoscritta (i giochi di parole mi fanno ridere, sorry not sorry) da scaricare e stampare per avere sotto mano tutti i tempi di cottura e non doversi ogni volta affidare ai santi nel paradiso dei fumenti 😬

Come sempre è tutto sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina e nelle storie di oggi 😎
E anche oggi la rubrica “i vegani mangiano solo E anche oggi la rubrica “i vegani mangiano solo erba” ci propone dei tristissimi pancake senza uova e con latte vegetale e gocce di cioccolato. Cioccolato che notoriamente si ottiene dal cacao, che cresce sugli alberi e quindi conta come verdura, discussione chiusa 😬

Ovviamente sono ironica 💁🏻‍♀️ ma se vi interessa farvi mettere fame da una verdura guardate fino in fondo, ne vale la pena 😎

La ricetta, per la colazione del weekend, è sul blog, al link in bio cliccando qui 👉🏻 @valefatina e nelle stories di oggi

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Se i backstage degli scatti per Brodo di Coccole t Se i backstage degli scatti per Brodo di Coccole ti sono piaciuti* allora goditi questo backstage dei backstage. Oggi ti mostro tutto il processo che mi porta dall’idea alla pubblicazione di una videoricetta 🎥.

Per te ci vorranno solo un paio di minuti, ma grazie ai prodigi del montaggio saranno abbastanza per scoprire cosa succede nella giornata di una content creator libera professionista e qual è il lavoro per cui - mamma si meraviglia ancora 😅 - aziende e agenzie mi pagano portando gioia alle casse dell’INPS, a me, al mio commercialista e a Zooplus per l’acquisto delle pappe per i fondamentali assistenti 🐈

Non tutte le giornate sono come questa, ed è una delle cose che mi piace di questo lavoro che riesce a conciliare la mia anima creativa con quella razionale, un po’ nerd e precisetti.

Una routine base comunque per me è tutto e mi permette di non perdermi dietro alle idee, che spesso tendono ad andare per conto loro. Per questo scrivo, appunto, scarabocchio e, in definitiva, posso dire che quel che faccio è prendere questi pezzetti di un puzzle e metterli insieme per creare un’immagine unica, e possibilmente bella e appetitosa 😬

E tu, immaginavi che ci fosse tutto questo dietro a una manciata di secondi di video? Se hai curiosità, domande o vuoi condividere la tua esperienza ti aspetto nei commenti, qua sotto 👇🏻 

La ricetta arriva venerdì quindi questo è anche uno spoiler, o forse un indovinello 😎

*li trovi tra i vecchi reel

MUSICA: “Monkeys Spinning Monkeys” Kevin MacLeod (incompetech.com)
Licensed under Creative Commons: By Attribution 4.0 License
http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

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Lunedì con una ricetta che è più un atto di res Lunedì con una ricetta che è più un atto di resistenza.

Perché, mio caro inverno, tu puoi pure continuare a darci quintali di broccoli e cavolfiori ma finché noi troveremo il modo di renderli deliziosi non l'avrai vinta 😬

Qui è quando ho tuffato un avanzo di cimette di cavolo nella pastella di farina di ceci e le ho trasformate in deliziosi e croccantissimi bocconcini con il prode aiuto della mia friggitrice ad aria. Una roba che come si può descrivere? Un "crock" memorabile!

Ora, probabilmente vale sempre, ma questo è il lunedì adatto per farci i cavoli nostri 😅. Fritti ad aria, of course (ma pure nell'olio se vi aggrada).
Tutto vegetale, per un bel boost a questa ultima settimana di #veganuary 😉

La ricetta, come al solito, è al link in bio cliccando qui 👉🏻 @valefatina, e nelle storie di oggi.

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Cose che chi l'avrebbe mai detto: - gennaio dura 8 Cose che chi l'avrebbe mai detto:
- gennaio dura 87 giorni solo se quegli 87 giorni non ti servono davvero
- ripartire quando non ti sei mai fermata è impossibile (la fisica ha sempre ragione ma anche la stanchezza non scherza)
- pure nel mare dell'incostanza si possono lanciare delle ancore
- non esiste un limite al numero di pennarelli che si possono desiderare e possedere
- il caso non è mai così casuale come sembra
- anche nella vaporiera ci si possono cuocere dei carboidrati (e ogni occasione, anche un secondo Capodanno a fine gennaio, è buona 😬)

Qui è quando, usando una parte delle fee dei vostri acquisti affiliati su Amazon (quindi grazie! ❤️) ho comprato una adorabile vaporiera in bambù e ci ho cotto dentro i mantou, i panini cinesi al vapore, anzi, i panini più buoni del mondo (forse non l'avevo mai raccontato prima ma questi panini mi piacciono così tanto che ne ho fatti preparare una montagna per la colazione a casa nostra la mattina che ci siamo sposati ❤️).

La ricetta, facile facile, senza bisogno di farine strane o aggeggi vari e pure vegana è al link in bio cliccando qui 👉🏻 @valefatina, e nelle storie di oggi.

La sofficità è indescrivibile, parliamo piuttosto del ripieno: per te dolce o salato? (Nel post sul blog ti ho raccontato i miei preferiti 😉)

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La seconda metà di gennaio sembra un momento un p La seconda metà di gennaio sembra un momento un po’ fuori dal tempo per parlare di anno nuovo e modi per organizzarsi ma eccomi qui, a raccontarvi di come l’anno scorso, più o meno in questo periodo, ho preso in mano la situazione e ho deciso di tentare il tutto per tutto per dare una svolta al modo di organizzare la mia comunicazione.

I tentativi fallimentari a un certo punto ho smesso di contarli, il bullet journal sembrava l’ultima spiaggia e si è rivelato, invece, un porto sicuro. Dopo aver utilizzato il bujo per tutto lo scorso anno, ho deciso di raccontare meglio come e perché si è rivelato uno strumento prezioso di organizzazione e come ho avviato il setup di questo 2023. 

Nel video vi mostro quello sbrindellato dello scorso anno, un po’ del work in progress e sfogliamo insieme quello di quest’anno che, lo dico con certezza, non è che all’inizio, perché ora che ho un taccuino bello, solido e con tante pagine, come quello che mi ha regalato @verywondershop, potrò aggiugere anche spazio per gestire i miei nuovi progetti e il lavoro per i miei clienti. Insomma, questo non è che il principio.

Con questo video, ma soprattutto con l’articolo che ho scritto sul blog, voglio inaugurare una nuova serie di contenuti dedicati al dietro le quinte, perfetti per chi volesse lanciarsi nell’impresa di un proprio business online ma anche per chi ha solo voglia di sbirciare e capire di più dei meccanismi che si muovono per far funzionare tutto.

L’articolo si trova al link in bio cliccando qui 👉🏻 @valefatina, e nelle storie di oggi.

Aspetto i vostri commenti per conoscere la vostra esperienza con il bullet journal e sapere se questo tipo di contenuti vi interessa. I commenti sono lo spazio giusto anche per domande e dubbi 👇🏻
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