Nel mio DNA c’è la lentezza del ragù napoletano, quello che pippìa a lungo, fino a diventare scuro scuro, ci sono le pentole socchiuse sopra ai cucchiai di legno e una cucina fatta di attese e profumi che ho riscoperto da quando ho la Crock-pot.
Passiamo il tempo a inseguire i piatti veloci, dell’ultimo momento, e se invece i piatti fossero di nuovo come una volta ma non dovessimo più stare a guardarli per ore? Il bello di questa pentola elettrica è che ci metti tutto dentro, la chiudi e te la dimentichi lì. Non devi fare proprio niente, solo stare a goderti gli odorini che spande in giro.
Ce l’ho da quest’estate ma non è rimasta neanche un minuto nella sua scatola. Anche nella stagione calda, infatti, si è rivelata un’ottima alleata. La Crock-pot consuma come una lampadina (da 100W) e quindi scalda come una lampadina, cioè pochissimo, quindi ho potuto cuocere molti piatti caldi senza stare ai fornelli o, ancora peggio, accendere il forno. Non devi stare a guardare, non devi girare, non devi neanche stare in cucina se non ti va.
Ho provato a cuocere carne, pesce e verdure, un po’ seguendo il ricettario che arriva insieme alla pentola, un po’ dando ascolto all’istinto e alla fantasia e ho trovato che anche le mie ricette che consideravo infallibili e perfette, come il pollo al miele o il polpo alla luciana, abbiano trovato un ampio margine di miglioramento. Le carni, infatti, grazie alla cottura prolungata, perdono di tenacia e diventano tenerissime, scioglievoli al palato, persino nei tagli più magri. Le verdure invece conservano grande gusto perché la cottura a bassa temperature ne preserva le caratteristiche organolettiche lasciando intatti anche i nutrienti principali.
L’ho usata spesso mentre lavoravo (e qualche volta mentre dormivo, è un elettrodomestico semplice e sicuro, si può tenere acceso anche di notte o mentre non ci siamo, come il frigorifero) e mi ha salvato un sacco di pranzi. Ora, con l’arrivo della stagione fredda, mi pregusto già zuppe e minestre di ogni tipo. Ci si può cuocere anche il risotto, vorrei presto provare a farlo e sto già fantasticando di pane e dolci cotti a lungo e con calma.
Pur avendone fatto un utilizzo intensivo non ho avuto alcun aumento in bolletta quindi voglio sfatare qui anche le mie preoccupazioni per eventuali costi extra: la Crock-pot si è rivelata anche un oggetto economo e il mio lato genovese ha tirato un bel sospiro di sollievo.
Al mio modello, già molto funzionale, manca solo un timer che la faccia spegnere quando necessario ma con i tempi così dilatati è facile lasciarla lì e uscire a fare commissioni (o una passeggiata!), tornare e trovare già tutto pronto da mettere in tavola. Poi metto l’unica pentola sporca, la parte in ceramica della Crock-pot, appunto, in lavastoviglie e via. Sì, mi piace vincere facile.
Unico accorgimento da osservare, utilizzando questa pentola, è quello di ridurre molto i liquidi poiché, data la bassa temperatura, l’evaporazione è quasi nulla e il rischio è di cuocere tutto in brodo (non che sia cattivo, ma non sempre è necessario o ideale).
Per adattare le ricette della cucina tradizionale alla cottura a bassa temperatura con la Crock-pot mi regolo considerando per ogni 15 minuti di cottura a fiamma media 2 ore in modalità “Low” o 1 ora in modalità “High” e fino a questo momento non ho avuto problemi (anche perché, cuocendo così lentamente, anche un’ora in più non rovinerà affatto il piatto).
Insomma per me è approvatissima e la userò a lungo per continuare a sperimentare in cucina come ho fatto con questo curry di pesce al cocco.
Questo è un piatto di ispirazione malese e indiana, io l’ho mangiato in viaggio di nozze, in Madagascar, e non ho resistito a chiedere la ricetta e a cercare di riprodurlo subito. Con gli ingredienti mi sono sistemata come potevo, con cose più semplici da reperire a queste latitudini (qui sarebbe stato un po’ complicato rifornirsi di cocco fresco dal giardino, ecco). Ho trovato la pasta di curry verde in un negozio etnico (a Torino da Tan Thanh in via delle Orfane), lo zenzero fresco al mercato e ho utilizzato il latte di cocco in lattina, scegliendone uno di buona qualità.
Sul posto la cottura avviene in grossi pentoloni appoggiati sulla brace, nessuna fiamma viva, quindi questo era un piatto perfetto per la Crock-pot, l’unica che qui poteva darmi un risultato il più simile possibile e così è stato. Ora manca solo l’oceano dietro la porta ma per questo temo ci voglia qualcosa di persino più miracoloso di una pentola così! :D
Curry di pesce al cocco cotto a bassa temperatura
Ingredienti
Per 2 porzioni
- Circa 500 g di pesce misto (io ho usato gamberi, calamari, alici e filetto di gallinella)
- 400 ml di latte di cocco
- Un peperone
- Mezza cipolla
- Uno spicchio d’aglio
- Un cucchiaino di pasta di curry verde
- 2 cucchiaini colmi di curcuma
- Un cucchiaino colmo di zucchero di canna (o zucchero di palma)
- Un pezzo di zenzero fresco (lungo circa 2 cm)
- Un limone (o 2 lime)
- Olio EVO
- Sale
Procedimento
Pulisci il pesce. Elimina le lische, la pelle e i carapaci di eventuali crostacei. Pulisci i molluschi dalle interiora.
Fallo marinare nel succo di limone mentre prepari l’intingolo in cui andrà cotto.
Elimina il picciolo del peperone, ripuliscilo dai semi interni e taglialo a listarelle.
Trita la cipolla e lo spicchio d’aglio.
In un tegame fai appassire la cipolla e l’aglio a fiamma bassa con olio EVO e aggiungi lo zenzero grattugiato. Unisci i peperoni e, se necessario, un po’ di acqua per diluire il fondo e falli appassire per 5 minuti.
Aggiungi il latte di cocco e quindi la curcuma, la pasta di curry e lo zucchero di canna. Fai sciogliere e trasferisci tutto nella Crock-pot già impostata su “Low”.
Metti nella pentola anche il pesce, sgocciolato dalla marinatura, e fai cuocere così per 3 ore impostando su “High”.
Regola di sale solo alla fine. Servi guarnendo con foglie di prezzemolo o coriandolo tritate e accompagnando con riso bollito e scolato.
Se gradisci i gusti più piccanti puoi aggiungere, nel fondo di cottura, anche del peperoncino a rondelle.
rosa anna pinto dice
Dove trovo il latte di cocco? Grazie.
Valentina dice
Ciao Rosa, io lo acquisto o nei negozi di cibo etnico oppure, più facilmente nel reparto etnico del supermercato (a Torino lo trovo alla Coop, da Auchan, da Esselunga ma anche in alcuni supermercati più piccoli)