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Buone abitudini per ridurre lo spreco di cibo

Scritto il 22 Aprile 2022

Abbiamo già parlato in senso più ampio di sostenibilità in cucina, in questo articolo quindi, più che ripetermi, vorrei approfondire le argomentazioni contro lo spreco alimentare. Non esiste, infatti, un solo vantaggio o un solo motivo per continuare a sperperare cibo come abbiamo continuato a fare negli ultimi anni.

L’UNEP Food Waste Index Report pubblicato nel 2021 parla chiaro: ogni anno nel mondo vanno sprecati 931 milioni di tonnellate di cibo e l’Italia non è un esempio virtuoso con i suoi 67 kg di cibo all’anno sprecati per ogni abitante.

Tendiamo a pensare che questo spreco avvenga soprattutto nella catena di distribuzione, al contrario, ben più della metà degli alimenti gettati via – il 61% – proviene dalle nostre case, il 26% arriva dalla ristorazione e il 13% dalla rivendita al dettaglio. Insomma, per quanto quei video che spesso sono andati virali, in cui si vedono le grandi catene gettare via pane o altri alimenti, ci facciano sentire meno responsabili, a operare il maggior cambiamento, in negativo o in positivo, siamo noi, i consumatori.

Perché lo spreco alimentare è un problema?

Ma io cibo lo pago, se poi lo getto via non è un problema mio? No. Lo spreco alimentare, anche quello generato dai singoli è un problema globale sotto moltissimi aspetti.

L’impatto ambientale del cibo sprecato è più che significativo. Le emissioni di C02 generate dalla produzione di alimenti che risultano inutilizzati, dal loro trasporto e dal successivo smaltimento causano inquinamento atmosferico quasi quanto ne producono Stati Uniti e Cina. Una quantità di gas serra che contribuisce in maniera importante al riscaldamento globale e che, se si riuscisse a evitare, ci permetterebbe di rallentare questo processo ormai in atto da anni e sempre meno reversibile.

La produzione di cibo sprecato contribuisce poi a impoverire le risorse di acqua del pianeta, generando così un inasprimento della crisi idrica che sta già producendo danni ambientali e umani enormi.

L’eccesso produttivo di cibo non utile è causa di impoverimento dei suoli e deforestazione. È stato calcolato che un’area grande tre volte l’Europa sia destinata alla coltivazione di cibo che non sfamerà nessuno. I suoli, così sfruttati e prosciugati delle loro risorse, smetteranno di essere fertili destinandoci a un lungo periodo di scarsità di risorse alimentari per impossibilità di rinnovarle.

L’impatto è inoltre economico, non solo nella misura dei 2,6 trilioni di dollari che ogni anno costa lo spreco alimentare ma anche perché l’eccesso di cibo acquistato contribuisce a una crescita importante della domanda e quindi anche a un aumento di prezzi generalizzato, per compensare il quale si andranno a erodere i già pochi guadagni di piccoli produttori e del personale di manovalanza che occupano il posto più in basso nella filiera, nonostante ne siano attori fondamentali.

Infine il problema è di natura etica. Tutto quanto menzionato sopra, infatti, contribuisce ad aumentare la scarsità di cibo nei paesi a basso reddito o in via di sviluppo e anche nelle fasce di popolazione più povere nei paesi occidentali, causando fame, malnutrizione e patologie legate a scarsità di nutrienti.

Come si può ridurre lo spreco alimentare?

Piccoli gesti che possiamo introdurre nella nostra routine quotidiana possono aiutare ad aumentare la sensibilità verso questo problema e contribuire significativamente a ridurlo. Non si tratta di fare la rivoluzione da soli ma di mettere in moto un meccanismo diffuso che può davvero cambiare le cose.

Pianificare la spesa

A costo di essere ripetitiva anche all’infinito: il menù settimanale non è solo uno strumento organizzativo ma anche economico ed ecologico. Sapere cosa andremo a mangiare, infatti, ci permette di pianificare con anticipo la spesa e di acquistare solo ciò che siamo certi di utilizzare. Il modo più efficace per non buttare via cibo, infatti, è non acquistarne in eccesso. Fare una spesa, settimanale o quindicinale con regolarità, inoltre ci aiuta a non stipare frigorifero e dispensa e a evitare che barattoli, scatolette e vasetti finiscano dimenticati sul fondo.

Controllare le etichette

Una spesa pianificata ci consente anche di porre maggior attenzione a ciò che stiamo acquistando e di verificare l’etichetta in modo da comprare alimenti che non scadano prima di quando dovremo consumarli. Inoltre è utile tenere sotto controllo le etichette dei cibi che abbiamo in frigorifero e in dispensa per poter pianificare i pasti (ciao menù, ma non dovevamo vederci più?) in modo da utilizzare per primi quelli più prossimi al deperimento.

Porzionare il cibo

Un piano alimentare equilibrato – non per forza ipocalorico – prevede sempre che il cibo sia porzionato. Non occorre cucinare sempre in eccesso o abituarsi al bis quotidiano. Imparare a cucinare secondo queste razioni, facendo riferimento al proprio piano alimentare o alle porzioni consigliate dall’Istituto Superiore di Sanità evita un esubero indesiderato di cibo che facilmente finisce per essere gettato via, aggiungendo allo spreco anche quello delle risorse utilizzate per la preparazione.

Occuparsi degli avanzi

Laddove dovesse capitare – ma come dicevo qualche riga più su, sarebbe meglio evitare che diventi un’abitudine – di avere degli avanzi è importante non trascurarli e occuparsi della loro conservazione ed eventuale trasformazione.
Il cibo avanzato deve essere riposto con cura. Se si tratta di cibo fresco e il programma è quello di inserirlo nel piano dei pasti a breve termine (non oltre i 2 giorni), mettiamolo in frigorifero in un contenitore chiuso, per evitare la proliferazione di muffe o batteri. Il cibo secco, invece, può essere conservato a temperatura ambiente, sempre in contenitori coperti che lo tengano al riparo dalla polvere che si forma quotidianamente nelle nostre case e da altri agenti volatili (a questo scopo io utilizzo dei pratici copri ciotola che ho cucito seguendo questo tutorial). Gli avanzi che vogliamo mettere da parte per pasti futuri possono essere congelati in contenitori ermetici. Ciò che sappiamo di non poter consumare può essere condiviso con eventuali ospiti, con i vicini di casa o con i colleghi di lavoro: un atto di gentilezza può essere parte del cambiamento.

Utilizzare ogni parte commestibile del cibo

Ci siamo abituati – per mancata conoscenza o solo per pigrizia – a gettare via moltissimo di frutta, verdura, carne e pesce, considerando scarti le parti meno nobili che invece sono davvero molto utili in cucina. Il ciuffo delle carote, il gambo dei broccoli e dei carciofi, le bucce delle patate, le parti dure degli asparagi ma anche le lische di pesce, i carapaci dei molluschi e ossa e frattaglie sono ingredienti ancora molto preziosi nella nostra cucina. Brodi, creme, vellutate ma anche piatti ricchissimi se ne possono ricavare. Lascio di seguito una piccola selezione di ricette che ho pubblicato su questo blog ma prima, se volessi approfondire l’argomento, ti consiglio due testi utilissimi. Uno è Tutto fa brodo. Dagli scarti alle scorte di Lisa Casali, l’altro è invece un bellissimo libro edito da Quinto Quarto che è un vero e proprio viaggio nella cultura gastronomica tradizionale italiana e si chiama Scarti d’Italia.

Ecco le ricette con gli scarti che ho pubblicato in questi anni:

Patè di fegatini all'aceto balsamico

Patè di fegatini all’aceto balsamico

Risotto con gambi di carciofi e caprino

Risotto con gambi di carciofi e caprino

Pasta con pesto di gambi di carciofo

Pasta con pesto di gambi di carciofo e olive

Gnocchi ai broccoli

Gnocchi ai broccoli

Patate al forno croccanti

Patate al forno croccanti

Pasta con crema di baccelli di piselli

Pasta con crema di baccelli di piselli

Pesto di sedano e mandorle

Pesto di foglie di sedano e mandorle

Non usare il cibo come cosmetico

Negli anni ’90 andavano di gran moda le rubriche sulle riviste femminili, oggi ci pensano influencer e social network a diffondere cattive abitudini “naturali” e “fatte in casa“. Banane mature, yogurt, miele, olio extravergine e altre verdure o frutti non hanno alcun potere cosmetico se applicate sulla pelle e utilizzare il cibo a questo scopo produce spreco e incentiva un mancato rispetto per le materie prime alimentari. Inoltre si tratta di un comportamento poco sicuro per la salute, perché alcuni ingredienti, che mangiamo senza problemi, potrebbero causare a livello topico irritazioni o reazioni potenzialmente pericolose. Ancor più pericoloso è utilizzare come maschere o impacchi alimenti scaduti che potrebbero essere quindi contaminati da batteri o altri patogeni non sempre rilevabili a occhio nudo.

Chiedere la doggy bag

Quando si pranza o cena fuori casa si è spesso incentivati a ordinare molti piatti senza tenere conto di quanto riusciremo davvero a mangiare. È umano e comprensibile: anche io spesso vorrei assaggiare tutto quello che c’è sul menù. Va bene ordinarlo ma, se dovesse avanzare, facciamocelo impacchettare e portiamolo a casa. Avremo bella che pronta la schiscetta o la cena del giorno successivo e avremo – comodamente – salvato del cibo ancora ottimo destinato alla spazzatura.

Aderire alle reti di salvataggio del cibo

Per tutto c’è una app, recitava circa 10 anni fa lo spot di uno dei primi smartphone sul mercato, e non potrebbe essere più vero adesso. Insieme a giochini vari, app di messaggistica di ogni tipo e quelle per le grafiche raccapriccianti, abbiamo anche la possibilità di utilizzare i nostri dispositivi per attivare delle vere e proprie reti di salvataggio del cibo. Negli ultimi anni ne ho provate diverse e mi sento di consigliare senza remore sia TooGoodToGo che Babaco Market. La prima permette di acquistare presso gli esercenti aderenti dei pacchetti a un prezzo molto competitivo di prodotti freschi o in prossima scadenza ma ancora in ottimo stato. La seconda, invece, propone delle box di prodotti agricoli variabili, a seconda di disponibilità e stagione, che vengono salvati dal macero al quale sarebbero andati destinati per via di difformità estetiche che non li rendono meno buoni ma che li lasciano fuori dalla catena di distribuzione del cibo.

Controllare i rifiuti

Oltre a differenziare correttamente i rifiuti sulla base delle regole del tuo comune (ti segnalo la app Junker che è molto utile a questo scopo) è molto utile tenere d’occhio la quantità e il tipo di rifiuti che produci. Se noti che ci sono prodotti che puntualmente acquisti e getti via senza aver consumato forse è il caso di eliminarli dalla tua lista e variare le tue abitudini. Se compri il pack da sei vasetti di yogurt e due li getti sempre via, magari puoi acquistarne meno, se c’è una parte della carne che finisce sempre nel secchio forse potrebbe essere il caso di provare tagli diversi, magari meno economici ma di cui puoi ridurre il peso e mangiare nella loro interezza. Se butti via metà del sacco da 2 kg di patate ogni settimana, perché germogliano in fretta, puoi provare a cambiare la loro collocazione, cercando un posto meno umido, oppure puoi prenderne di meno per evitare che accada.

Insomma non si tratta di stravolgere la vita che facciamo – che è frenetica e complicata a sufficienza – ma di razionalizzare le risorse alimentari e la loro gestione ed evitare una perdita rilevante di soldi. Ciò che infatti ho tenuto come ultimo promemoria da lasciarti è che ogni alimento gettato via è un costo che incide direttamente anche sul tuo portafoglio. Una maggiore attenzione non solo contribuisce a migliorare la situazione globale ma anche a lasciarti in possesso di maggiori risorse economiche di cui godere in modi più proficui.

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Valentina

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Valentina Masullo • Food photography
Se la primavera esistesse davvero e non fosse solo Se la primavera esistesse davvero e non fosse solo questa chimera che altalena tra pioggia e afa io l'amerei davvero, continuerei ad essere una ragazza dell'autunno, ma l'amerei senza riserve, anche perché è facile amare quest'idea di rinascita che ci fa accarezzare.

L'amerei per il verde che riempie tutto, che si arrampica, che striscia e s'infila ovunque, per i piedi nudi sull'erba, per l'arietta che t'accarezza quando il sole fa il vocione, per i prati su cui stare stesǝ a specchiarsi nel cielo, per quel profumo che la seguiresti ovunque.

Me l'abbraccerei e la vivrei fortissimo, con intensità, come fanno le farfalle che escono dai bozzoli e stanno dentro quella che sanno essere l'unica stagione che avranno e lo fanno con tutta la bellezza di cui sono capaci. Lo farei come le api, con quell'operosità che non si stanca perché lo zucchero è la miglior ricompensa di sempre, come lo fanno i bruchi, a pancia sempre piena.

Di questa promessa effimera che in un attimo s'accartoccia sotto la pioggia e si lascia seccare dall'aria dell'estate mi acchiapperei ogni attimo. Mi infilerei i fiori e le erbe profumate sotto la pelle, come si fa con la pasta e con i biscotti, farei il fachiro sulle punte degli asparagi e mi getterei dentro una vasca di piselli, come dentro a un bagno di palline colorate.

Invece se ne va via in un soffio e tocca acchiapparla, inseguirla, aspettarla e mangiarsela presto, a morsi grossi, come si fa con le fragole, fino all'ultima goccia che corre via sul viso, con le mani appiccicose e la bocca colorata di felicità.

Le previsioni meteo sono impietose ma forse è l'ultima occasione di accendere il forno e tirare fuori un monumento a questa stagione che non resta mai abbastanza 🌸🌿🍓

La ricetta del plumcake alle fragole è sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina e poi cercandolo in alto, oppure trovi il link diretto nelle storie di oggi.

Qua sotto, nei commenti, le dichiarazioni d'amore vanno bene per ogni stagione 👇🏻

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Uno degli aspetti migliori dell'utilizzare un blog Uno degli aspetti migliori dell'utilizzare un blog per raccogliere le mie ricette è soprattutto il fatto che questo mi consente e aprire uno spazio alla condivisione, fondamentale per fare di una cucina un posto vivo e gioioso.

Non ho immaginato come miei gli spazi che occupo con i miei contenuti, piuttosto mi pare di stare tutti intorno a una grossa tavola virtuale, affollata e chiacchierona ed è l'immagine che mi porto appresso ogni volta che cucino, testo, faccio e rifaccio un piatto, lo fotografo o lo registro: ci siamo tutti noi.

La ricetta di oggi è nata proprio dopo aver raccolto nelle storie, qualche settimana fa, i vostri desideri: «risotti primaverili e legumi!» - si è levata questa voce corale. E allora eccoli qua, in un unico delizioso piatto.

È la stagione dei piselli migliori, freschi e dolci, che metà te li mangi mentre li sgrani (e che nessuno mi sfidi perché ne sono ghiottissima) e l'altra metà li metti dentro una ricetta colorata, divertente, facile e saporita. Perfetto da rifare subito, come idea di pranzo o cena svelta ma non sciatta.

Prima che il caldo arrivi sul serio, sarà il caso di metterlo su: per quantǝ apparecchio oggi? 👩🏻‍🍳

La ricetta è come sempre sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina 

Se hai voglia di lasciarmi altri desideri per le prossime ricette che vorresti trovare sul blog puoi farlo qua sotto 👇🏻

(Ricorda che, se rifai uno dei miei piatti, puoi taggarmi sulla foto o nelle storie, così che possa ricondividere le tue creazioni ❤️)

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Anche se qui lo spazio è largamente riservato al Anche se qui lo spazio è largamente riservato al cibo di casa, resto pur sempre una curiosa e, sebbene siano lontani gli anni delle improvvisate tra piole e ristoranti, quando ho deciso di tornare a mangiare fuori l'ho fatto alla grande e sono andata all'Osteria Francescana di Massimo Bottura.

Per anni è stato in vetta alla classifica dei migliori ristoranti al mondo e alla cima dei miei 40, ho deciso che fosse il modo migliore per festeggiare e - spoiler - non mi sbagliavo.

Se esiste una sindrome di Stendhal del cibo questo è il posto in cui l'ho provata e mi sono lasciata trasportare da un'esperienza gastronomica e artistica leggera ed entusiasmante.

Ho provato a raccontarla meglio e con più dettagli - anche il famigerato: quanto costa? - sul blog, all'articolo linkato in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina , e nelle storie di oggi ✌🏻

E tu? Ci sei mai statǝ o ci sono ristoranti particolari dove vorresti andare? Raccontami i tuoi desideri o esperienze di alta cucina nei commenti, qua sotto 👇🏻
La cucina è fatta anche di riti. Di quelli antich La cucina è fatta anche di riti. Di quelli antichi, che abbiamo assorbito guardando le mani di nonne e mamme muoversi sicure, e di quelli che creiamo noi dentro le abitudini che ci fanno stare bene.

Uno dei miei riti preferiti è quello di mettere le cuffiette e ascoltare i miei podcast preferiti o qualche playlist tematica - in questo periodo, ovviamente, c'è quella primaverile - mentre faccio quei lavori che in cucina consideriamo un po' noiosi, come pulire le verdure. La leggerezza che sta nella ripetitività dei gesti lava via, con la terra, anche i pensieri pesanti.

È come se si liberasse spazio dentro la testa per nuove storie, per idee che stavano lì, ma non riuscivano a farsi ascoltare, per un mucchio di cose che in quel momento là, il più delle volte, paiono inutili ma sono quelle che poi ci muovono dentro. E mentre tutto si sposta un po', per riadattarsi e trovare la sua sede, mentre fai e lasci andare, viene anche pronta la cena.

Pulire le verdure mi rimette in pace col mondo, insieme a quel gesto, che sembra una danza, di avvolgersi dentro alla parannanza, chiuderla con un bel fiocco e partire per nuove avventure ai fornelli. 

Ci sono dei riti che in cucina ti fanno sentire bene e ti danno serenità? Raccontameli qua sotto 👇🏻

La ricetta degli agretti con i pomodorini, invece, è sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina
Dopo due settimane corte questo è il lunedì più Dopo due settimane corte questo è il lunedì più lunedì di questa stagione che già ci trova stanchǝ e affaticatǝ.

A quante cose ci tocca pensare già dal primo mattino? Quante aspettative ci carichiamo sulle spalle e ci portiamo appresso cercando di fare del nostro meglio, pure in giornate come questa?

Lavorare ed essere produttivǝ, rendersi presentabili, uscire dal pigiama, tornare a sembrare delle persone, essere presenti in ciò che facciamo, ascoltare chi amiamo, cercare di non scaricare su loro la nostra frustrazione e la stanchezza, avere voglia di fermarsi e invece andare avanti, sperare di ricevere e invece, il più delle volte, trovarsi a continuare a dare anche quello che non c'è.

Un milione di pensieri, di domande, di attese e ogni cosa richiede pensiero, organizzazione, preparazione, consapevolezza e intenzionalità. 

Per fortuna che per cena c'è questa ricetta che si fa da sola. Uno sfizietto a metà tra una focaccia e una torta salata, da fare con acqua, farina e quello che c'è. Io ci ho messo dentro il tonno - che in dispensa ce lo abbiamo tuttǝ - e le ultime zucchine che avevo in frigorifero, così mi sono tolta pure il pensiero di usarle per non gettarle via. Non avrò risolto tutto ma mi pare già un buon inizio. Che bella la cucina che alleggerisce tutto ❤️

Ingredienti e procedimento per questo piatto da rifare subito, sono come sempre sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina 

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Mi sono tenuta la ricetta di questa torta Foresta Mi sono tenuta la ricetta di questa torta Foresta Nera in archivio per mesi. È la torta che ho preparato per il mio quarantesimo compleanno ed è uno dei miei dolci preferiti in assoluto. Il matrimonio godurioso tra cioccolato, panna e amarene: la perfezione ❤️

La ricetta è, come sempre, quella "a modo mio", aggiustata, semplificata al massimo per non risultare pasticciata o troppo dolce, semplice da realizzare seguendo i pochi passaggi che, come sempre, sono sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina 

Non poteva andare online a gennaio, senza manco una pallida festicciola all'orizzonte, ma tra pochi giorni sarà la festa della mamma e questa mi pare l'occasione migliore per sfoderare l'artiglieria pesante. Altro che fiori, sotto coi dolci (meglio se al cioccolato)! Siete d'accordo, mamme? 💁🏻‍♀️

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🌎 22 APRILE • GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA 🌎 22 APRILE • GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA

Lo so che esiste una giornata dedicata in modo specifico allo spreco alimentare ma oggi siamo qui per ricordare quanto sia importante preservare le risorse che il pianeta che abitiamo ci fornisce ogni giorno. Risorse preziose come acqua e cibo, risorse che diamo troppo spesso per scontate.

Ci comportiamo come se tutto fosse infinito, come se potessimo averne per sempre, e questo è parte del problema. Serve più cura di tutto, a partire dai gesti quotidiani, perché l’abuso che stiamo facendo riguarda la collettività, le persone, l’ambiente, l’economia e l’etica.

Ho scritto un articolo riportando dati e fonti, per spiegare meglio un problema che stiamo sottovalutando e per offrire spunti utili a cambiare la rotta e smuovere un po’ di coscienze.

Siamo le nostre scelte quotidiane. Insieme siamo e facciamo la differenza ❤️

#giornatamondialedellaterra #earthday #earthday2022
Se la primavera, anzi, se la Pasqua, è rinascita, Se la primavera, anzi, se la Pasqua, è rinascita, mi piacerebbe rinascere in un mondo in pace con sé stesso, più impegnato a comprendere e ad ascoltare che a urlare, meno concentrato sul singolo e più sulla collettività. Un mondo più verde, in cui gli alberi sono, come nel mondo dei bambini, amici che offrono ombra, ristoro, riposo e respiro. Se potessi rinascere farei in modo di farlo con meno giudizi e meno spigoli, in un mondo disegnato dalle parole di Gianni Rodari e dalla matita di Charles Schulz. Sceglierei di avere di nuovo tutto da imparare e forse di saper volare, non per guardare le cose dall’alto, ma per potermi allontanare abbastanza da non dover più cercare bellezza e conforto nei dettagli ma vederla in un colpo solo, tutta intera ❤️

In questo mondo, invece, con tutti i suoi sbagli, l’unica cosa che posso fare e far volare le idee e allora eccone una con le ali, profumata di primavera e di nuovi inizi. 

La ricetta con dosi e procedimento è, come sempre sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina 

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La mia faccia quando ho realizzato che la prossima La mia faccia quando ho realizzato che la prossima settimana è Pasqua 👉🏻 😱

Il tempo di questo mese sta evaporando e mentre io continuavo a dirmi "tanto è a fine aprile" quello è già qui e mi ritrovo a fare la lista della spesa col grano, l'acqua di fiori d’arancio e tutto quello che serve per la pastiera (la facciamo insieme la prossima settimana? Ci troviamo nelle storie 👯‍♀️). 

Prima però lasciatemi raccontarvi questa ricetta da aggiungere subito al menù di Pasqua e da tenersi là pure per il futuro: è davvero una genialata. Immaginate di preparare un timballo di pasta senza neanche cuocere la pasta in pentola. Sugo di pomodoro - io l'ho fatto svelto svelto, al basilico, niente ragù -  besciamella fatta in casa (o presa al super, nessuno vi giudicherà, o comunque non io) e nidi di tagliatelle. Metti tutto in una pirofila, aggiungi mozzarella a volontà e una bella spolverata di formaggio e, neanche un'ora dopo, hai pronta una pasta al forno dal gusto pazzesco.

Cuocendo in questo modo, la pasta assorbe tutti gli aromi e risulta ancora più saporita, resta consistente, senza scuocere ed è pure vegetariana (ma si può arricchire a piacere). Risultato strepitoso garantito 😋

La ricetta con dosi e procedimento preciso è, come sempre,  sul blog, al link in bio, cliccando qui 👉🏻 @valefatina 

E voi? Che preparate per Pasqua? Sotto coi piatti tipici e le novità da condividere nei commenti 👇🏻

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